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UN'ORA SOLA TI VORREI regia di Alina Marrazzi

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DarkRareMirko     9 / 10  29/05/2012 23:36:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Collage di immagini di repertorio appartenenti alla madre della regista, morta poco più che trentenne in seguito a problematiche depressive.

Molto lirico e poetico, il film (raccontato dalla Marrazzi a partire da un elemento finzionale rappresentato da una falsa lettera) fa venire meno la barriera tra pubblico e privato attraverso una lunga sequela di immagini (che comunque non raggiungono nemmeno i 60 minuti di durata) degli anni '60.

Ciò che salta più all'occhio è il fatto che praticamente nessuna delle foto/video/immagini ritraenti la madre (figlia dell'Hoepli fondatore dell'omonima casa editrice milanese) sia spontanea, bensì esse partono da un indiscutibile precedente lavoro di messa in scene volto a rendere il più accattivante possibile il modo di porsi della donna (cosa tipicamente borghese, aggiungerei).

E, aggiungerei inoltre, pure la stessa pratica legata al montaggio del film segue tale stretegia; salta all'occhio, insomma, il fatto che il materiale presentato sia stato magari un pò troppo "filtrato", scelto, selezionatao, cosa che falsa un pò il risultato finale.

Morandini quindi non ha torto nel definire anche inquietante codesto film, alla luce della parziale analisi appena svolta.

Opera semidocumentaristica (che non può comunque definirsi diario filmato, nonostante un diario sia comunque presente, visto che regista e protagonista non sono la stessa persona) su di un rapporto mancato tra madre e figlia, avante a che fare con materiale forse un pò troppo privato, indubbiamente interessante e riuscito.

Coprodotto da Gianfilippo Pedote (Fame chimica, Anima Mundi, Vogliamo anche le rose, Baby Blues - questi ultimi due ancora della Marazzi), mio relatore di tesi di laurea magistrale.