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DAL TRAMONTO ALL'ALBA regia di Robert Rodriguez

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julian     8½ / 10  13/07/2008 06:47:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io trovo che sia pressochè inutile ostinarsi a credere nell'arte di Tarantino.
Lui fondamentalmente è uno che si diverte e che sa far divertire: non gliene frega niente se i film che fa siano vuoti come il cervello di Valeria Marini.
E quindi ammettiamolo... Dal tramonto all'alba diverte che è uno splendore.
Proprio il fatto che sia nato esclusivamente per esaudire gli sfizi di Tarantino e che si proponga, come unico scopo, di far schizzare lo spettatore dalla sedia per l'eccitazione non è andato giù ai critici i quali si aspettavano di più dalla giovane promessa e che l'hanno bastonato pesantemente fino ad inventarsi la ridicola scusa delle prove attoriali scadenti (ma dove ??? Tarantino fa spettacolo !).
Naturalmente i grandi esperti vogliono trovarsi davanti sempre film che siano pane per i loro denti, che facciano riflettere, che mettano in azione il cervello e quindi non colgono l'essenza di tali futilità.
Io son sempre del parere che il film va giudicato anche e soprattutto in rapporto a ciò che si propone di essere: se un film nasce già con la pretesa di essere opera d'arte, allora aprioristicamente dev'essere scartato.
Dopo questo sproloquio, che avrà ulteriormente chiarito le mie simpatie e antipatie, passiamo alla pellicola in questione:
innanzitutto parto col dire che la regia di Rodriguez è stata parte della sua rovina, considerando che questi è dai molti ritenuto un regista scarso, che vive all'ombra di Tarantino in una sorta di rapporto parassitario;
è tuttavia la mente di Tarantino ad aver partorito un mix di generi così geniale e, per la prima volta credo, mi schiero pienamente a suo favore stimandolo per aver fatto quello che voleva fare e non quello che sarebbe stato meglio fare.
La prima ora, la rapina e il viaggio, è una pura tarantinata, lo si vede anche nei discorsi. Si respira a pieni polmoni l'aria che pervade anche Le Iene e Pulp Fiction (Richard Gecko ad es. che fa il pazzo e non riesce a controllare i suoi istinti omicidi).
Poi si degenera in un delirio splatter e allora il thriller che era stato fino ad allora si trasforma in uno pseudo-horror che richiama molti suoi predecessori. E la cosa geniale è l'inaspettato incombere di questi vampiri, quasi una presa per i fondelli diciamolo, un'autoironia, una parte che non può essere assolutamente presa sul serio.
Le trovate divertenti abbondano (Sex Machine ahaha !) così come le citazioni.
L'adrenalina sale, il sorriso rimane stampato in faccia e il film si apprezza così com'è senza labirintiche congetture su significati nascosti.
Boicotto la trovata commerciale dei due seguiti, non credo che tenterò di vederli.