caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LO ZIO BOONMEE CHE SI RICORDA LE VITE PRECEDENTI regia di Apichatpong Weerasethakul

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento logical     8 / 10  21/10/2010 01:25:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Ero in una città del futuro governata da un'Autorità che cercava gli uomini del passato. Quando li trovava, li illuminava con un fascio di luce che faceva scorrere su uno schermo le immagini che avevano con sè e poi li faceva scomparire."

Noi del passato occidentale dovremmo chiamare 'onirico' un film come questo, dove gli uomini si alternano e conversano con gli spiriti, i fantasmi raccontano il loro legame con la vita altrui, gli spiriti della foresta si attraggono e si inseguono accompagnando i vivi nel loro ultimo viaggio. La nostra convinta vitalità pensa sempre alla vita come una consapevole catena di azioni che dovrebbe impressionare la terra. Questo racconto, lento come una goccia che non si stacca da un'altra, dimostra tutta la libertà e la concentrazione della cultura buddista nel creare il proprio pastiche animista. Tutto è necessario: il costume uscito dalla Bella e la Bestia di Cocteau, la camera oscura con lente di Blow up, perché tutto serve a raccontare fantasmi, ectoplasmi, uomini che si perdono, spiriti che ritornano.

"il Paradiso è sopravvalutato, non c'è niente" dice un fantasma condannato alla veglia dei vivi. E poi l'avventura principesca di un pesce gatto, presa di peso dalle storie che si raccontano ai bambini per farli dormire, il cammino iniziatico nell'antro da dove nasce la terra.
Lento, ellittico, kitsch e misterico, non per un pubblico che si crede soltanto vivo. E' un film che rimane, da vedere prima di essere fatti sparire dal futuro.