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IL TERZO OCCHIO regia di Mino Guerrini

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JOKER1926     7 / 10  29/06/2014 00:54:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tante sono le produzioni che nel corso di un tempo affrettato e dinamico cedono il loro essere ad una trappola di sovrapposizioni e nuove ventate cinematografiche. "Il terzo occhio" dell'italiano Mino Guerrini sicuramente non ha stretto patti col diavolo per trovarsi immortalato nell'olimpo della gloria e dell'esaltazione, come molti film ha vissuto solo la sua epoca.
Per chi ama ricercare il genere thriller, "Il terzo occhio", diviene praticamente una sorta di obbligo, insomma gli spunti sono vari e inoltre è possibile carpire con la produzione italiana del 1966 quel parallelismo, che diviene stile ed agire, con prodotti come "Psyco". Si gioca molto con la psicologia anche se alle volte, come succede proprio con il lavoro del 1960 di Hitchcock, il piano diventa forzato ed ha perentoriamente bisogno della predisposizione mentale dello spettatore che deve basarsi su un gioco di consensi e di ingenuità perché altrimenti, in caso contrario, il film può presentarsi sotto le vesti dell'assurdo.
"Il terzo occhio" in effetti, eccezion fatta per alcune cose sopra le righe, si destreggia bene, entusiasmanti ed invitanti i primi venti minuti. Quello di Guerrini è un film compatto che pian piano apre i propri cunicoli giocando, principalmente, sull'effetto dell'immagine. La storia rimane ancorata proprio nella sua metodicità, è l'efferatezza della visione a prendere i voti. Ovviamente parliamo di una efferatezza simbolica e relativa, in pratica mettiamo sotto la lente di ingrandimento un film di circa cinque decenni fa, i discorsi e le critiche devono essere mosse nel senso della logica.

Quello che maggiormente colpisce qui è il finale con un buonissimo colpo di scena.

L'idea circa la produzione italiana del 1966 rimane dunque positiva, c'è un po' di tutto, si tratta di cose che possono far contento il critico; occhio anche alle scenografie, semplici ma gotiche.