caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL GIARDINO DELLE VERGINI SUICIDE regia di Sofia Coppola

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Woodman     3 / 10  26/07/2014 22:12:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tremenda operazione d'accatto firmata Coppola jr, figlia d'arte senz'arte.

Una pallida litania "bassa", una collezione di futili autocompiacimenti visivi pregni di patina fumosa e funerea, l'inno all'artificio, lo scandalo dell'approsimazione più imperdonabile, una galleria di angioletti senz'anima.
Una storiella vuota in cui a tutti i costi la Sofy cerca di portare a galla il pruriginoso e lo scioccante, montando un teatrino di marionette confuse, stereotipate, giust'appena abbozzate, spargendo il tutto di musica vintage (poveri 10CC, povera Carole King) come zucchero a velo su una torta di fastidiosa e stancante dolcezza, sventolando la bandiera degli Air come garanzia malniconica.. E non vede l'ora di arrivare al finale per poter piazzarci la canzoncina per la quale tanto scalpitava e lasciare a bocca aperta tutti in un modo così premeditato e altezzoso da sollecitare alla denuncia per insulto all'intelligenza.
Salvabile la Dunst, che mette del buon pepe nello schizzo della sua Lux.
La Turner alla fine della fiera è la più simpatica, e dispiace che il suo personaggio -scritto veramente di mer.da-, sia stato spinto all'inverosimile verso la cattiveria e la disumanità più impensabili senza nemmeno una solida ragione, per il gusto di piazzare un'antagonista irreprensibile e temibile (che poi è quanto di più trito ci sia), che giustifichi (almeno in parte) l'elegiaca vicenda delle diafane fanciulle in fiore.. Angeliche e candide camelie intese come metafora di un disagio collettivo? Moderne riscritture di creature mitologiche destinate alla sofferenza eterna? Bah, il tutto è insoddisfacente, campato in aria, scontato e man mano che procede sempre più frettoloso e urticante.

La cosa migliore è senza dubbio il modo in cui hanno scritto il nome di Hartnett nella locandina italiana.

Scritto assai male, diretto con mano inesperta ma incredibilmente pretenziosa, rubando a destra e a manca dagli autori indipendenti dai '60 fino all'altro ieri, cavando il peggio di questo tipo di Cinema, sporcando e sancendo così la deriva del metodo "indie", con l'estetizzazione fine a sè stessa e quell'irritante mescolanza di elementi visivi pacchiana e scadente tipica della lunga pila di autori (anche europei, si pensi a Reydagas, a Dumont, a Staho, a Louis Nero...) che infangano il lavoro dei Sayles, dei Wadleigh, degli Anger, dei Winterbottom, dei Van Sant (anche se pure lui ha preso una piega malsana, aggiornandosi alle correnti), degni grandi nomi della prosecuzione filmica newhollywoodiana, fotografica, simbolica, certosina, profonda ed emblematica del loro tempo. Se prima si puntava comunque in grande, ora si punta alla Coppola. E non che la Coppola sia veramente il guru, ma si può dire che fra "American beauty" e quest'obbrobrio qua sia difficile assai stabilire chi sia il responsabile vero e proprio della deriva patetica e sconclusionata del Cinema low budget americano. L'ombra delle majors oramai è onnipresente, e imperversano i Jonze e gli O'Russell, oltre a una manica di nomi per me indistinguibili e piatti, un minestrone nel quale per un pelo si salvano Korine & co., ma anche loro hanno delle belle stronz.ate alle spalle.
Comunque non vorrei inoltrarmi nel sociale e nella polemica, solo che è degradante tutto ciò. Ed è storia assai nota, del resto chi è la Coppola? La solita figlia d'arte e bla bla bla.. che ha avuto una sola fortuna nella sua vita, che tutti conosciamo, per il resto un'inettitudine pressochè totale e un'immensa supponenza velleitaria.
Lei è un'esponente imbarazzante del peggio del manierismo cinematografico odierno, del ricalco e del furto casuale.
Non se ne può più di sentire elogi per costei, per Refn, per Dolan e chi più ne ha più ne metta...Basta davvero.

Il lato insospettabile del male, la fetta nociva e dilagante del Cinema, estesa ormai su tutto il globo, insidiata dovunque.
Falsità, artificiosità, manierismo ignorante, barocchismo vuoto e autocompiaciuto, vacuità, assenza di sostanza, aria fritta a iosa, narcisismo estremo.
Troppi figli del DAMS, troppi figli di papà, troppi ignorantoni ad imperversare nelle prima file della povera settima arte. Troppi nuovi maestri troppo sbagliati per allievi incoscienti e sconsiderati.
E il risultato è che "The Virgin Suicides" viene lambiccato e ricoperto di onori, incoronato CAPOLAVORO e piazzato fra i film di punta del nuovo millennio.
Put.tana ladra se siamo nella *****.