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VIVERE E MORIRE A LOS ANGELES regia di William Friedkin

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Sir_Montero     9 / 10  01/02/2013 18:50:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il primo pensiero che si è affacciato alla mia mente dopo aver visto questo film è stato: questa pellicola sta al genere poliziesco, così come Il Mucchio Selvaggio sta al genere western.
Non so se qualcuno mi passerà l'equazione, ma anche qui, alla stessa maniera del film di Bloody Sam, ho avvertito nettamente il segno di una frattura, e di una conseguente rifondazione stilistica e "semantica".
L'aspetto formale è lodevole: un montaggio frenetico delle scene (una su tutte, la celeberrima ripresa della stampa delle banconote false), viene supportato da una fotografia cupa e sfocata che ci regala la visione di una L.A. polverosa, perennemente accecata da un sole rosso sangue; indimenticabile, infine, la colonna sonora, che con le sue note sottolinea la febbrile adrenalinicità che permea l'intera pellicola.
Da un punto di vista narrativo, invece, lo scheletro della storia è quello classico: sbirro buono, nemico cattivo.
Il discrimine fondamentale però, è che questa dicotomia sprofonda, nel corso della storia, in un abisso amorale, in cui ci si ritrova a subire il fascino di un falsario con aspirazioni artistoidi, spietato e brillante, e di un poliziotto che, in preda ad una smania di rivalsa ed affermazione egotica, adopera macchinazioni di matrice machiavellica per raggiungere il suo scopo.
Un approfondimento psicologico ineccepibile, ritrae questi personaggi ambigui, perennemente sulla linea di confine tra bene e male, identici nel modo d'essere seppur divisi da finalità divergenti. Questo quadro umano viene ritratto sullo sfondo di un mondo corrotto e sporco, privo di eroismi e accomodanti lieto fine.
Spiazzante e significativo il finale:

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Come si può facilmente capire, qui ci troviamo dinanzi ad un'opera che, seppur trovando origine e persistendovi, rientra nel poliziesco ma ne trasmuta i contenuti dall'interno, spostando l'asse significativo della storia quasi verso un noir dalle venature esistenzialistiche, oltretutto con forti innovazioni stilistiche.

Da antologia l'inseguimento in contromano sull'autostrada, estenuante e frenetica metafora dell'andare "contro" dei protagonisti, lanciati a folle velocità su una strada senza possibilità di ritorno.
Jean Marie  18/06/2018 17:17:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
leggi il mio commento http://www.filmscoop.it/film_al_cinema/vivereemorirealosangeles.asp?Nickname=Jean%20Marie#NicknameFind