caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

ZOO (2005) regia di Masaki Adachi AO

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Ciaby     8½ / 10  27/05/2010 21:01:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Diciamoci la verità, il Giappone ha una vera e propria passione per le antologie horror. Da "Tales Of Terror From Tokyo" a "Rampo Noir", passando per "J-Horror Anthology: Legends/Underworld", "Kadokawa Mystery & Horror Tales", "Tales Of Terror" e "Dark Tales Of Japan" la lista è lunghissima e, quindi, vi è anche posto per "Zoo".

"Zoo" prende spunto da un autore di fiabe surreali e paurose, di grande celebrità in patria quanto sconosciuto da noi. Le cinque storie qua rappresentate, però, ad esclusione della bellissima seconda, si distanziano parecchio dal clima horror, toccando diversi stili, gusti e metodi di narrazione.

La prima storia, "Kazari And Yoko" è un corto che di horror ha veramente poco. Una tragedia familiare diretta e recitata molto bene, che prevede un finale simbolico e crudele, quanto tanto cinismo di fondo. La narrazione è semplice e diretta, ma talmente crepitante da racchiudere un finale molto prevedibile in modo agghiacciante e spiazzante, riuscendo ad andare anche al di là della sorpresa. Ottimo (8.5)

La seconda storia è "Seven Rooms": un horror vero e proprio, dove alcune vittime intrappolate in varie stanze (chi ha detto "Cube"?) hanno il destino segnato da un pazzo armato di motosega ("Saw"). La trama può sembrare anche che latiti di originalità, ma la forza compositiva del regista e l'abilità della sceneggiatura, rendono questo episodio il migliore del lotto e il più avvincente, prevedendo anche qualche sano brivido sulla schiena. Adachi sciocca senza mostrare alcun tipo di gore, preferendo puntare (e stravince in questo) sulle emozioni dei protagonisti e sul triste ruolo di vittima e carnefice. A tutto questo non c'è alcuna spiegazione, se non una deriva da "Hostel", ma ne esce un episodio veramente ben fatto e costruito. Sicuramente il migliore tra i cinque (9.5)

"When The Sun Shines" si distacca dal genere horror per entrare nell'animazione e, racconta, la storia (in una deriva alla Satoshi Kon) che si pone tra lo sci-fi e la poesia pura. Girato in CGI e dal ritmo molto lento, il corto è una bellissima riflessione sul rapporto tra vita, morte e amore. Poetico e delicato nelle animazioni, quanto crudo come un pugno allo stomaco. Anche questo un ottimo corto, che anche nella bellissima colonna sonora trova il suo punto di forza. (9)

"So Far" è un'assurda ghost story che evita ogni pulsione horror per addentrarsi nella ben più affascinante visione dell'impensabile. "So Far" ragiona in modo raffinato ed elegantissimo sull'inspiegabile, fornendoci una sorta di commedia familiare esente da alcun tipo di comunicabilità. Il risultato è, sebbene un ritmo lento e pacato, eccellente e, anche questo si rivela un corto molto interessante sia nello stile che nella narrazione (9)

"Zoo" chiude il cerchio, dicevo e nonostante dia il titolo all'intera raccolta, lo trovo il corto meno riuscito. Appassionante stilisticamente, questo si, con una fotografia volontariamente sgranata; "Zoo" pecca, però, nel coinvolgimento, più o meno assente, dovuto ad una confusione opprimente nella sceneggiatura. Ne esce un lavoro inquietante, che ripesca tutti i pezzi del puzzle sul finale, ma che si rivela, in verità, abbastanza noioso. (7)

"Zoo" è, in definitiva, un'opera imprescindibile per gli amanti del cinema surreale e horror, soprattutto giapponesi. Io l'ho amata alla follia.