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HAPPINESS regia di Todd Solondz

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oh dae-soo     8½ / 10  15/09/2011 16:35:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi avvicino per la prima volta al cinema di Solondz.
Il soggetto del film e la presenza si Seymour Hoffman mi facevano decisamente ben sperare ma Happiness è andato ben oltre le più rosee aspettative.
Il titolo è volutamente ironico, non c'è nessuna felicità, se non quella apparente, negli straordinari personaggi del film. Usando un piccolo gioco di parole avremmo potuto tranquillamente intitolarlo Happiless.
Film difficile perchè intelligente, colto, capace di scandagliare il lato oscuro dei propri personaggi, la loro vera natura -in alcuni casi davvero terribile- nascosta dietro la maschera di ipocrisia e di apparente felicità che spesso molti di noi sono costretti a portare.
Happiness racconta in maniera molto frammentaria -quasi ogni scena slegata all'altra- le vicende dei componenti della famiglia Jordan, dagli anziani genitori decisi a separarsi fino alle 3 figlie: Helen una bellissima scrittrice che dietro una vita di successo nasconde una profonda depressione; Trish che sembra avere una famiglia modello ma in realtà è sposata con un pedofilo e Joy, una ragazza bruttina e timida a cui va tutto tremendamente storto (lavoro, relazioni, rapporti interfamiliari), così tanto da arrivare quasi a livelli fantozziani. E l'attrice che la interpreta, Jane Adams, se la lotta con Hoffmann e Baker come MVP della pellicola.
Solondz mescola insieme il tragico, il comico, il surreale, il drammatico e il trash ( ad esempio nei dettagli "eiaculativi" ) in maniera splendida, regalandoci alcune scene davvero leggendarie. Penso ad esempio al dialogo nel call center, alla speciale "colla" per cartoline di Allen o alla telefonata con scongelamento di bistecca. Non con tutti i personaggi però si permette di utilizzare gli stessi registri. Tutte le scene riguardanti Billy ad esempio (il marito pedofilo di Trish) non hanno alcunchè di comico o ironico ma sono al contrario tremendamente drammatiche ( serata dei sonniferi ) se non addirittura devastanti come quella della confessione finale al figlio, una sequenza davvero raggelante resa in maniera strepitosa da Dylan Baker (Bill) e dal piccolo Rufus Read, capace non solo qua, ma in generale, di offrire un'interpretazione strepitosa nei panni di un bimbo che alle prese con i primi istinti sessuali scopre di avere come padre un adulto che va con i suoi coetanei. E' lui a mio parere il personaggio più tragico, la vera e propria vittima del film.
Già... il sesso. Quasi tutti i personaggi di Happiness hanno un difficile rapporto con esso. Esempio lampante quello di Allen, il vicino di casa di Helen, un sex addicted incapace di intraprendere il benchè minimo rapporto con il genere femminile, se non attraverso telefonate spinte. E' un personaggio che fisicamente non ce la fa proprio a tener dentro le proprie voglie e in questo la recitazione di Seymour Hoffmann, sempre affannata come se avesse corso una maratona, è assolutamente sublime (film da vedere tassativamente con la lingua originale perchè gli attori sono tutti meravigliosi).
Un difetto di Happiness è quello di avere una parte centrale un pò stanca, di essere leggermente ripetitivo e un pò "lungo". Alcune scene, tanto per citarne una quella di Ben Gazzara con l'amante, potevano esser tranquillamente eliminate.
Per il resto è talmente alta la qualità della sceneggiatura, dei dialoghi, degli attori (praticamente tutti poi scomparsi, incredibile) e così caustica e sferzante la capacità che ha Solondz di raccontare le propri vicende, da rendere Happiness forse addirittura superiore al film che in qualche modo più gli si può avvicinare, lo splendido American Beauty, uscito, è bene ricordarlo, 1 anno DOPO il film di Solondz. Happiness va molto più a fondo, e malgrado si differenzi dal film di Mendes per la sua vena ironica, è molto più cattivo.
Ho rivisto anche un pò di Bunuel-quello del fascino discreto- in tutte queste tavolate (almeno 3 in ristoranti e 3 private) nelle quali alla fine i personaggi pon mangiano mai -o lo hanno già fatto o lo stanno per fare-. Potrebbe essere anche una semplice coincidenza però.
E proprio una tavolata, quella finale, servirà per riunire per la prima volta tutti i membri della famiglia fino ad allora mostratici sempre in solitaria o al massimo in coppia. E' una tavolata di losers, di persone che in un modo o nell'altro, per colpa propria o di altri, nella vita hanno fallito.
E forse soltanto nella sequenza finale del film (strepitosa) vediamo per la prima volta un personaggio felice, una Happiness genuina e non apparente.
" I came" dice Billy a tutta la famiglia.
Te la meriti Billy.
Una piccola grande felicità che ti meriti tutta