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DOGTOOTH regia di Yorgos Lanthimos

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Satyr     8 / 10  16/11/2010 00:28:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io l'ho percepito come un horror a tutti gli effetti.

Debitore al cinema dei già citati Haneke e Von Trier ai quali aggiungerei il minimalismo di Kaurismaki, come espediente narrativo mi ha ricordato moltissimo The Village. Due film che partono dallo stesso presupposto, ma che nello svolgimento trovano le differenze più significative: qui è tutto basato sulla violenza psicologica, senza limiti, senza alcuna inutile spiegazione, con una messinscena ipnotica e un'atmosfera malsana e delirante, dove il semplice quotidiano ti stringe in una morsa soffocante fin dai primissimi minuti.

Inutile dire che tutto è curato nei minimi dettagli, dalla televisione - utilizzata solo per la visione di filmati rigorosamente familiari - al completo stravolgimento del significato delle parole - e questo giusto per fare un paio di esempi senza svelare troppo - . Colonna sonora praticamente inesitente, camera fissa sempre pronta a catturare i volti dei 5 immensi protagonisti, finale emotivamente devastante.

Tutto il film è una chiara metafora sul totalitarismo, con un pensiero che arriva a toccare anche quella follia domestica che spesso si annida tra le mura dei più insospettabili. Nulla di nuovo, ma con il merito indiscutibile di riuscire a scuotere. Senza compromessi.