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JE T'AIME, MOI NON PLUS regia di Serge Gainsbourg

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Ciaby     6½ / 10  13/09/2011 14:00:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cantante immenso e icona/sex symbol del mondo dello spettacolo transalpino, Serge Gainsbourg dona anima alla sua canzone più conosciuta, "Je T'aime...Moi Non Plus", che cantò con entrambe le sue muse ispiratrici: Brigitte Bardot e, successivamente, Jane Birkin, che recitò nel film e divenne la moglie di Serge, trasformandola in un film. E non poteva che essere un film sulla tensione melodrammatica di un rapporto puramente erotico, sull'impossibilità di amare, sull'ostacolo sessuale e sulla repressione da demolire. Questo è il suo esordio alla regia, un film passato alla storia grazie, oltre che alla celebre canzone, allo sguardo innocente e lolitesco di una straordinaria Jane Birkin, l'unica del cast ad essere veramente memorabile e dolente, tra volti anche noti (Gérard Depardieu), ma spesso inespressivi, rovinati anche dall'orrendo doppiaggio italiano.

Il film, tutavia, riesce solo a tratti ad inquadrare la tensione morbosa che lega i vari personaggi, spesso diventando troppo superficiale o semplicemente documentaristico, prima di impennare in una parte finale dove le cose si vivacizzano, anche dal punto di vista psicologico (indimenticabile la scena d'amore sul camion o quella, disturbante, dove il partner geloso cerca di uccidere l'androgina Johnny). "Je T'Aime...Moi Non Plus" è sorprendentemente altalenante: all'inizio sembra non raccontare assolutamente nulla, o meglio ,non lasciare assolutamente nulla e poi colpisce duro, con una scena finale d'altissima intensità e di strepitante ferocia.

Imperfetto, forse anche troppo finto e, inaspettatamente pudico, "Je T'aime...Moi Non Plus" riesce, comunque a colpire grazie alla fragile protagonista che, nelle scene di sesso, urla non per il dolore della sodomia, quanto per il suo essere donna, che è ostacolo nell'amore passionale con un uomo gay. è un film ingenuo, che vive di poesia sporca (bellissima la scena in cui i due amanti guardano la montagna di sterco, come rifiuto degli esseri umani) e momenti blandi (francamente brutta e orrendamente teatrale la scena del tentativo d'approccio del fidanzato di Krassy nei confronti di un uomo di colore). La desolazione che riempie il finale amarissimo è un pugno nello stomaco e salva in corner un film che, pur nei suoi difetti, colpisce e resta impresso.