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2046 regia di Wong Kar-Wai

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     7½ / 10  09/11/2010 15:57:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questa è pura poesia cinematografica raccontata per immagini. E' un cinema visionario, metaforico, visivo, è il cinema orientale che grazie a D.io riesce a fungere da contraltare al cinema americano e americanizzato.
Kar Wai ci racconta storie di amori impossibili, non corrisposti, di amori totalizzanti, di transfert sentimentali, ondeggiando tra le ambientazioni affascinanti e raffinate dell'Oriente dei tardi anni '60 e le atmosfere fantascientifiche di un futuro in stile cyperpunk. Ci racconta di persone che viaggiano verso il proprio 2046, il proprio punto di non ritorno, quel futuro dove "tutto rimane immutato", quel luogo in cui si può far i conti con il passato, affrontare i "ricordi bagnati di lacrime" e trovare il proprio amore totalizzante ed universale. Ci racconta di quel treno in costante movimento che è la vita, costellato di dolore e delusioni, e delle distanze fisiche, culturali ed emozionali che separano le persone.
Il 2046 è tutto: una stanza d'albergo, un romanzo di rivalutazione personale per il protagonista, uno stato mentale, ma assurge anche ad una dimensione più globale, è la realizzazione di una società, è il punto d'arrivo, la chiusura del cerchio, l'approdo ad una completezza panica che coinvolga tutto e tutti.
2046 è un film che alla fine risulta di fruizione abbastanza ostica, giocato molto sulla dilatazione dei tempi, sul rimando metaforico e sull'abbandono della linearità narrativa e cronologica per la ricerca di emozioni raccontate per immagini. Ma non si può non rimanere affascinati dallo stile elegante e ricercato di Kar Wai e dalla fotografia strabiliante e spiazzante, che gioca su angolazioni inconsuete e filtri visivi che nelle scene di dialogo stravolgono tutte le regole di campo e controcampo (a dir la verità tutto il film è impostato su un certo dualismo delle scene).
Straordinarie inoltre le prove degli attori.

Insomma pur non essendo un amante del cinema orientale questo è sicuramente un ottimo lavoro.