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LA CITTA' GIOCA D'AZZARDO regia di Sergio Martino

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  06/11/2014 10:21:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Baro di notevole abilità ed esperienza il "piacione" Luca viene ingaggiato da un boss della mala milanese per animare una bisca clandestina e spennare più polli possibile.
Il sodalizio funziona bene almeno finchè l'uomo non perde la testa per la bella Maria Luisa. La ragazza si accompagna al figlio del padrone, costui figuro tanto vigliacco quanto feroce e sanguinario, che non prenderà bene le pressanti attenzioni del nuovo arrivato. Tra i due sarà lotta senza esclusione di colpi, sia al tavolo da gioco che in ambiti meno convenzionali e molto più pericolosi.
Dignitoso lavoro di Sergio Martino il quale contamina il noir con elementi comici addizionati a situazioni tipiche del poliziottesco.
Di conseguenza non mancano pestaggi, sparatorie ed inseguimenti motorizzati, anche se dietro tutto ciò si cela una storia d'amore tormentata dal cattivo di turno (il bravo Corrado Pani). Indiscutibile l'avvenenza di Dayle Haddon, per la quale il protagonista -un Luc Merenda più in parte del solito- non può che perdere la testa.
Il personaggio principale è discretamente sfaccettato scisso tra l'amore per la compagna e quello per il gioco d'azzardo.
Martino concede una riflessione su un cambio generazionale preoccupante all'interno della criminalità organizzata, tanto da caratterizzare un villain ottuso e violento, tipico rampollo incapace di gestire gli affari paterni con l'arguzia e lo spirito di chi l'ha preceduto.
Enrico Maria Salerno versione boss paraplegico è il migliore del cast, uomo all'occorrenza spietato ma capace di leggere le situazioni e di gestire gli affari senza necessariamente ricorrere alla violenza.
Poco convincente il finale: affrettato nella risoluzione dei contrasti tra le parti in causa, piuttosto patetico nel tentativo di strappare qualche lacrima nella chiusura d'ambientazione marittima.