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AMORES PERROS regia di Alejandro Gonzalez Inarritu

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Invia una mail all'autore del commento domeXna79     8 / 10  26/06/2007 20:23:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Primo intenso capitolo della “trilogia del dolore” targato Inarritu.
Tre storie che si incrociano, tre condizioni di vita diverse che, per pochi attimi, si uniscono per fatale gioco del destino, una partizione in capitoli che rende la narrazione ancor più forte ed intensa ..lo sguardo viene rivolto alla concreta realtà Messicana, portata senza filtro dinnanzi ai nostri occhi, con il suo cinismo, la sua crudeltà in un parallelismo che vede protagonisti l’uomo e il cane, costretti entrambe ad abbaiare per farsi ascoltare ..non si lascia molto alla speranza, sembra che ogni cosa debba essere prima cancellata per poter nuovamente esistere, ed è forse proprio risorgendo dalle ceneri che possiamo immaginare un futuro diverso.
Il primo capitolo, quello di “Octavio e Susana” ovvero “il sogno infranto”, quello della speranza di elevarsi dalla propria condizione, fuggire per ricominciare in un'altra città, risulta per struttura e costruzione quello più riuscito ..il secondo, ovvero “Daniel e Valeria” o “il sogno dell’apparenza”, più lento in alcuni punti, rileva però delle idee davvero illuminanti e di grande significato simbolico (il buco nel pavimento che sembra inghiottire il piccolo cagnolino) ..infine l’ultimo capitolo, “El Chivo e Maru”, ci riporta ad una riflessione idealista di grande impatto emotivo, con un epilogo che pare l’unico barlume di luce in una condizione esistenziale annaffiata da tanto dolore.
Colori forti, buon ritmo, ottima capacità di analisi delle problematiche generazionali, visione cruda quanto amara di una spietata realtà dei sobborghi metropolitani corroborato da uno stile innovativo e coinvolgente ..da applauso la prova di tutti gli attori (in una interpretazione profonda), tra qui però emerge il giovane Gael Garcia Bernal ..come non elogiare il debuttante regista messicano che per abilità, stile e sicurezza dietro la macchina da presa, non ha nulla da invidiare ai suoi più illustri colleghi.
Una delle migliori opere prime degli ultimi anni per la grandissima capacità comunicativa ..davvero impedibile!