caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA GRANDE ABBUFFATA regia di Marco Ferreri

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
elio91     9½ / 10  19/11/2014 00:32:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quasi inguardabile capolavoro nichilista di Ferreri, eccessivo e corporale.
Forse anche più del Salò di Pasolini, è una delle più feroci critiche capitaliste che si possano vedere, con 4 attori formidabili (Tognazzi,Piccoli,Noiret,Mastròianni).
Perseguendo la massima di Fuerbach dell'uomo che è ciò che mangia, Ferreri esplora il discorso modificando la frase in "L'uomo è quanto mangia". 4 amici si ritirano in campagna per un weekend folle, decidendo di suicidarsi abboffandosi di cibo fino all'esplosione. Nel frattempo, danno il via anche ad intrattenimenti sessuali con alcune allegre gentildonne pagate per l'occasione, ma con loro resterà solo una maestrina dalle forme e dall'aria materna.
Grottesco che più grottesco non si può, cattivissimo, forse ancora più bello del pure eccezionale "Dillinger è morto", "La grande abbuffata" è agghiacciante.
Alcune scene sono commoventi, ma non te lo aspetteresti. Questione di un attimo: si è subito soffocati, di nuovo, dal cibo e dal nichilismo lucido di Ferreri.

La versione italiana del film è stata censurata in più punti, alcuni significativi.
Non sorprende l'accoglienza feroce della critica, di più il successo di pubblico: erano i tempi in cui il cinema scollacciato stava per diventare di moda, ma qui il disgusto del cibo e il cattivo gusto esagerato e ricercato non sembrano proprio fatti per un grande pubblico. Fatto sta che divenne film di culto all'epoca, oggi con il senno di poi è riconosciuto come il capolavoro che merita di essere.