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LA GRANDE ABBUFFATA regia di Marco Ferreri

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Marco Iafrate     8 / 10  10/01/2011 21:37:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Siamo quello che mangiamo".
A chi non è mai capitato , dopo un pranzo Luculliano, di affermare "sto scoppiando!". Se quattro allegri compagni di avventura decidono di sottoporre il proprio stomaco e intestini vari ad una quantità di cibo pari a quella in grado di sfamare l'intero Stato dell' Uganda, quale altra sorte li attende se non quella di esplodere al pari di una zecca gonfia di sangue sotto la pressione del nostro pollice? Questa cosa vi ripugna? Guardatevi il film e poi mi saprete ridire. Non lo ricordavo così, si rischia un' indigestione anche a stomaco vuoto. Cibo e sesso; il primo è impossibile, il secondo è difficile farne a meno, ma se ne apprezzano le qualità se vengono mantenuti a dei livelli umani, altrimenti diventano dei nemici, subdoli ed invincibili, micidiali.
"La grande abbuffata", oggi, forse non scandalizza più nessuno, quella veste antiborghese così in voga negli anni '70, quelle provocazioni ideologiche che apparivano così oltraggiose agli spettatori di quell'epoca non molto lontana ora ci appaiono un po' sfuocate, una malinconica opacità pervade per intero la pellicola lasciando un vago senso di nausea, la stessa che costringe le prostitute ospiti dei quattro marpioni ad abbandonare la casa.
Quando il corpo è appagato da qualsiasi desiderio e perde la naturalezza del bisogno, si viene a creare una condizione che porta a trasgredire in qualsivoglia maniera questa torbida condotta e altrettanto spesso questo trasgredire conduce ad una lenta autodistruzione, è uno dei mali che ha accompagnato da sempre certa borghesia così cara a Bunuel e magistralmente rappresentata da Ferreri in questo indimenticabile film.
Ora un malox per favore!.