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LA GRANDE ABBUFFATA regia di Marco Ferreri

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     8 / 10  09/07/2006 02:26:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vi assicuro che per una buona metà del film mi ero già convinto fosse una delle solite menate italiane degli anni '70. Poi mi sono ricreduto perchè ho capito esattamente che tipo di film fosse.
Una pellicola veramente forte sotto tutti i punti di vista, con punte di trash, sbroccato e senza mezzi termini, ma mai pieno di volgarità inutili.
Una critica, più che ad una società ormai orientata al consumismo, rivolta soprattutto all'essere uomo, ai suoi vizi, al suo affogare i propri problemi in ciò che più può soddisfarci: il cibo e le donne.
Perchè proprio questo sono i vizi: abitudini di cui non si può fare a meno, piaceri che portati all'esasperazione diventano dispiaceri ma nonostante tutto continuano per inerzia ad impadronirsi delle nostre menti.
In particolare il vizio del mangiare viene analizzato con una maestria degna di pochi. Il cibo come droga dei poveri, il cui abuso stravolge completamente il senso, lo scopo stesso che il cibo ha per l'uomo, cioè sopravvivere: "Mangia, mangia, sennò non puoi morire". Si mangia non più per sopravvivere, ma per giungere alla morte, morale e fisica.
Un uomo che non sa dire di no a queste due cose ed arriva quindi ad uccidersi pur di non rinunciarci. Ed ancora una volta la donna si dimostra più saggia e se vogliamo più sadica.

Mas*****nni, Piccoli, Tognazzi e Noiret sono un quartetto grandioso, attori strepitosi tutti e quattro, inseriti in personaggi dalla forte caratterizzazione.
Solitamente mangio durante la visione dei film. Durante questo non ho toccato cibo.
Un piccolo capolavoro del cinema italiano di 3 decenni fa, che emerge da un panorama di film veramente disastroso.
Grandioso!