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DILLINGER E' MORTO regia di Marco Ferreri

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Invia una mail all'autore del commento wega     10 / 10  19/02/2008 09:48:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Agghiacciante, non ho altre parole per definire questa opera estrema.
Dando i pieni voti a "La grande abbuffata" e compararla a questa qui ci vorrebbe pure la lode.
Gli ingredienti sono gli stessi, il cibo, il sesso, l'agire di un uomo in completa anarchia come strumento dell'analisi della società da parte del Ferreri, una critica salace, irriverente, il non-senso del nichilismo, talmente nichilista che diventa nichilismo guardare la pellicola stessa.
Ferreri non da spazio alle parole, ma solo alle immagini, lascia tutto il tempo per immedesimarci col protagonista, elaborare le sequenze, coglierne i particolari, un racconto in perfetto stile cinematografico, senza off-voice, senza dialoghi, ma con il puro linguaggio delle immagini e simbolismi sociali come "la maschera", progettata dal protagonista stesso, la maschera che l'individuo è costretto a portare, una vera e propria pistola puntata alla testa.
Maestosa la fotografia, credo abbia influenzato tutto l'Almòdovar che seguirà dal decennio sucessivo, soave nei primi piani, estremamente rappresentativa per gli interni, una fotografia stupenda ma semplice, perchè il film stesso è strutturato con una semplicità disarmante.