Alpagueur 4 / 10 12/11/2020 23:07:26 » Rispondi Il ricco chirurgo Andrea Valenti (Gianni Garko) uccide accidentalmente, a casa propria, la sua amante Daniela (Paola Senatore), con una insolita scultura artistica, e decide di sbarazzarsi del corpo smembrandolo e liquefandolo, senza mai rendersi conto di essere stato osservato da una persona (che poi lo ricatterà) per tutto il tempo. La sorellastra di Daniela, Evelyne (Carroll Baker), sa di essere in qualche modo responsabile della scomparsa della ragazza e chiede aiuto all'ispettore Garrano (Ivano Staccioli) per dimostrarlo. Scoprono che il buon dottore aveva una giovane moglie ricca che è impazzita la prima notte di nozze ed è stata ricoverata in un manicomio; successivamente dichiarata guarita, era scomparsa al momento del rilascio. Andrea, ora ricattato con le foto dell'insabbiamento del suo crimine, si ritrova anche incastrato quando il fiore con i petali di acciaio che ha sgozzato Daniela viene usato per uccidere Evelyne. Essendosi innamorato della donna morta, l'ispettore non si fermerà finché non avrà fatto luce sulle sparizioni e sulle morti... Niente è quello che sembra in questo giallo tortuoso e quando le rivelazioni iniziano ad arrivare verso la fine, tutto ciò che è accaduto prima viene rimesso in discussione. Il film manipola il pubblico più o meno allo stesso modo de "L'uccello dalle piume di cristallo" di Dario Argento; ciò che il pubblico vede e come viene interpretato è la chiave del mistero di un omicidio, ma le numerose false piste alla fine sono tutte legate assieme e il titolo fa il doppio dovere sia come arma del delitto che come metafora. Tutte le donne sono state sessualmente coinvolte con Andrea, e tra di loro, il che giustifica più o meno le numerose scene di nudo tra cui una breve della Baker. Evelyne stava dormendo con la sua sorellastra e aveva una relazione con Andrea, l'infermiera Lena (la bella Pilar Velázquez) le ha sistemate tutte a letto, ma aggiungere qualcosa su di lei significherebbe rivelare il finale a sorpresa per il gentil sesso. Oltre agli oggetti appuntiti, ai guanti neri, al fumo incessante e al bere whisky J&B, c'è una decisa inclinazione femminista, ma anche così, la simpatia del pubblico va a un protagonista misogino e donnaiolo che usa le capacità della sua professione per rimuovere il midollo spinale della sua amante morta per prevenire il rigor mortis. Il rapido omicidio di Carroll Baker con un petalo affilato come un rasoio sembra un déjà-vu familiare in quanto precede la scomparsa di Angie Dickinson in "Vestito per uccidere" di quasi un decennio e, come la Dickinson, anche la Baker ha una breve scena sotto la doccia. Sebbene il conteggio delle vittime sia basso (ci è voluta un'ora e un quarto per il primo, vero, omicidio), questo giallo è stanco, ironico e alla fine gratificante. Ci sono ragioni logico-carnali dietro gli omicidi e anche se ha una decisa mancanza di scene cruente, la corsa sulle montagne russe cerebrale/sessuale fornita dalla trama contorta compensa questa carenza. La carriera dell'ex sex symbol di Hollywood Carroll Baker è diventata un'industria virtuale di eurotrash a basso budget tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 e questo è stato co-scritto e diretto da Gianfranco Piccioli (assieme a Gianni Martucci) senza molto talento visivo. Insomma ci troviamo di fronte a un indecente e scoordinato psicothriller, che avrà un unico sussulto, appena percettibile, nei pochi minuti finali prima sotto l'acqua e poi sulla barca, che spiegheranno un po' di cose per quanto riguarda la misteriosa colluttazione, al buio, a casa di Andrea, ma lasceranno allo stesso tempo un punto interrogativo per quanto riguarda la sorte del medico (e la classificazione di questo giallo). Direi che quelle due sequenze distintive costituiscono il momento clou del film nel complesso. In genere per un motivo o per l'altro trovo sempre qualcosa di particolare nei gialli, anche quelli in apparenza più insignificanti e sconosciuti, ma qui davvero ho fatto fatica. La stessa dinamica della colluttazione (l'interazione fra i diversi elementi di scena, animati e inanimati) è molto poco attendibile, così come l'escalation di eventi a seguire. I dialoghi sono pessimi, insomma non saprei cosa salvare.
Alla fine si scoprirà che la donna a casa di Andrea quella notte era la moglie (non viene mai ripresa durante il film e in quel momento aveva il viso in ombra ma lo spettatore può comunque intuire perchè Andrea parla del loro matrimonio), non Daniela, e che non era direttamente lui responsabile in quanto la donna era solo caduta, ma dietro le quinte Daniela aveva osservato tutto e nel momento in cui Andrea va a bere ne approfitta per uccidere (veramente) la moglie, tagliandole la gola con un petalo d'acciaio della scultura, affilato. Andrea così pensa di essere stato lui ad ucciderla e cede così ai ricatti di Daniela (che agisce assieme a Lena, l'infermiera dell'ospedale dove lavora Andrea, le due sono infatti amanti). Daniela uccide la sorellastra Evelyn perchè voleva andare fino in fondo alla vicenda e aveva messo di mezzo la polizia. Andrea era diventato ricco e potente perchè aveva sposato la figlia del ricco primario dell'ospedale dove lavorava, ereditando poi tutta la sua fortuna. Allo stesso tempo aveva fatto rinchiudere la moglie (che non era realmente pazza, ma solo morbosa e possessiva) in una clinica psichiatrica, pagando bene il direttore (interpretato dal bravo Umberto Raho). Quando poi viene dichiarata guarita e dimessa, si reca a casa di Andrea e hanno la discussione (anche se lei non parlerà mai ed è per questo che Andrea si infuria), Daniela coglie la palla al balzo (sicuramente il piano era tutto preparato da tempo e aspettavano solo che la moglie di Andrea venisse dimessa). Sulla barca, nell'epilogo, le due donne se la ridono per essere riuscite a portare via ad Andrea tutti i suoi soldi grazie al ricatto reiterato. Andrea in realtà si era stancato sia della moglie che delle due amanti. Ma alla fine in prigione sarà costretto a confessare almeno l'omicidio della moglie.