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OPERAZIONE PAURA regia di Mario Bava

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stratoZ     8 / 10  15/12/2023 14:26:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Ciao, mi chiamo Mario e con un borgo sconosciuto, una casa abbandonata e due monete da 100 lire ho realizzato un horror straordinario. Ecco questa potrebbe essere la tagline del film.
Operazione paura rientra in pieno nella corrente degli horror gotici italiani, a mio parere anche sforando in qualcosa di più, gli elementi esoterico/demoniaci sposati al contesto del piccolo borghetto ambientato ad inizio novecento creano quell'atmosfera tipicamente folk horror in cui le persone sono soggette alle leggende e maledizioni popolari, da un punto di vista semantico ci potrebbe essere una lieve critica alla superstizione e alla suggestione che porta al condizionamento, mostrata anche da uno stile che diventa progressivamente sempre più surreale con l'addentrarsi nelle vicende del borgo.

L'incipit presenta due persone esterne all'ambiente che vengono ad indagare in paese per delle morti sospette, entrambi uomini di scienza, un medico e un commissario, a quanto sembra inizialmente, ostacolati dagli abitanti del luogo, sospettano che stiano coprendo degli omicidi. Dopo alcuni depistaggi da parte del popolo e aiuti da parte del borgomastro si viene a scoprire che le morti sono dovute ad una maledizione locale, da parte di Melissa, la prima figlia di una famiglia nobiliare che dimora a Villa Graps, un'imponente e vetusta dimora nella quale è rimasta soltanto la baronessa, tramite la quale Melissa si serve per spargere sangue e vendicare la sua morte violenta tra la negligenza del paese in festa.

Bava per raccontare questa ghost story sanguinolenta a tinte gotiche e folk fa uso del suo stile, qui a mio parere agli apici, giocando parecchio con le splendide ambientazioni in esterno del piccolo borghetto, arcaico e rappresentato quasi disabitato, in una quiete affascinante quanto lugubre, con gli abitanti del paese tutti rinchiusi in casa per paura di vedere il fantasma di Melissa che cerca vendetta. La tensione è costante, la regia ispiratissima, con la componente lisergica che caratterizza molte pellicole di Bava qui preponderante, indimenticabili alcune sequenze come l'incubo di Monica, in cui la pellicola sembra quasi sciogliersi per la sofferenza febbrile del personaggio in preda alle visioni, ma anche sequenze come il dottore che in preda alla tensione e alla paura finisce per inseguire se stesso, creando una forte sensazione di angoscia.
Ma Bava non smette mai di stupire, tra alcuni piani in esterni che sono praticamente dei quadri e la sequenza della scala a chiocciola con la camera che inizia a girare vorticosamente - credo sia inutile dire quale film omaggia - nella fuga di Monica ormai confusa e incapace di scindere realtà e finzione.

Il terrore aleggia per tutta la - breve - durata della pellicola, introducendo anche l'elemento inquietante della bambina fantasma, vestita di bianco, che verrà ripreso, in quanti horror? Qualche migliaio? e quella palla bianca che rimbalza presagio di sventure.

Bava ancora una volta non riesce a fare a meno dei suoi amati colori pop e li ficca anche qui, specie negli interni della villa, tra quel verde che spunta insospettabile sulle pareti e il contrasto che crea con i caldi colori del resto degli interni, muovendosi con i personaggi tra scenografie caratterizzate da ragnatele, intonaco mancante, porta luci a forma di braccia, armature, quadri inquietantissimi, tombe, cimiteri, tutti ambienti in cui il tempo sembra essersi fermato anni prima, in cui regna la desolazione della morte, in cui chi è in vita non riesce più a prendersene cura, ambientazioni terrificanti che fanno da specchio alla disperazione della baronessa diventata un tramite per la vendetta sanguinolenta di Melissa.

Il film non concede un attimo di tregua.