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TERRORE NELLO SPAZIO regia di Mario Bava

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stratoZ     8 / 10  13/12/2023 13:02:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Lungi dall'essere eccessivamente agiografico nei confronti di Bava e dire che praticamente ha inventato tutti i generi, bisogna però ammettere che almeno nel mercato italiano una parte dei suoi primi film è stata quantomeno seminale per l'influenza che ha avuto nello sviluppo di un certo cinema di genere - che in realtà non sempre ha fatto così bene - ed ecco che "Terrore nello spazio" potrebbe rientrare tranquillamente in questa definizione, mostrando come con pochi mezzi ed un budget esiguo si poteva comunque realizzare della fantascienza ad alto livello.

Se ad oggi le scenografie fanno un po' sorridere, parlo principalmente di quelle in - finti - esterni e il fumo in alcuni punti si vede è palesemente introdotto da un operatore con la macchina del fumo, a non essere invecchiati per nulla sono lo stile e la regia, che uniti ad una sceneggiatura semplice ma efficacissima - l'ho trovata tra le migliori di Bava fino a quel momento, dato che spesso un po' deficitava proprio nella scrittura - riescono a creare un horror fantascientifico d'atmosfera capace di affascinare con la qualità delle immagini e allo stesso tempo inquietare con le forze sovrannaturali che aleggiano sul pianeta.

A mio parere Bava un po' prende e un po' da, nel senso che molti meccanismi li prende già rodati, principalmente dal cinema estero, e li riadatta in un contesto nuovo, ad esempio l'inspiegabilità di alcuni fenomeni, come il comportamento violento dell'equipaggio appena arrivati sul pianeta, mi ha ricordato un po' Hitchcock e i suoi uccelli, di soli tre anni prima, che inspiegabilmente diventano creature pericolosissime e creano questa sensazione di smarrimento nello spettatore, in balia di eventi a lui estranei, ma insomma non è una novità che Alfred sia stato di grande ispirazione per Bava - e per altri centinaia di registi in futuro -
Però c'è da dire che Bava in tutto questo riesce a costruire un contesto e una suspense notevole, con i tempi dilatati e una progressiva esplorazione del pianeta, un addentramento a metà tra la tensione causata dal vuoto cosmico che si può provare in un posto così lontano, così sconosciuto e il trip lisergico causato dalla sua solita fotografia al neon con quei contrasti cromatici ancora splendidi, che con la fantascienza si sposano meravigliosamente, verde, magenta, violetto, arancio, un tripudio di colori fantastico. Il tutto si congiunge con l'abilità di Bava di sfruttare ancora una volta benissimo il sonoro, fatto principalmente di quei rumori bianchi che restituiscono un mondo sconosciuto e desolato, di cui non si sa nulla e che potrebbe nascondere qualsiasi pericolo.
La regia invece segue il modello classico di Bava, con un ampio uso dei suoi "cliché" come il power zoom e quei primi piani e particolari atti a shockare, qui forse il ritmo è un po' più dilatato degli altri suoi film ma lo considero un pregio considerata quella sensazione di tempo immobile che vuole trasmettere, correlata agli elementi della trama.
Se nei primi due terzi di film la tensione è causata dallo smarrimento e dall'origine totalmente ignota ai personaggi delle forze che vi sono sul pianeta, nella seconda si innesta un meccanismo diverso, il fenomeno è stato in parte identificato, però non si sa più chi sia il buono e chi sia "posseduto" da questa forza, arrivando a sospettare anche dei membri dell'equipaggio che potrebbero essere stati presi e passati al "lato oscuro", si parla molto di "Alien" come film influenzato - e ci sta, soprattutto quando si parla della prima parte - ma ci vedo molto anche un futuro "The Thing" di Carpenter nella seconda.

Il finale è la ciliegina sulla torta, oggi magari ci siamo più abituati, ma ai tempi non era scontato improntare un finale così pessimista e nefasto, Bava conclude magnificamente una sceneggiatura scarna quanto adatta a trasmettere il terrore che aveva in mente, mitico.