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I TRE VOLTI DELLA PAURA regia di Mario Bava

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DankoCardi     9½ / 10  13/10/2020 12:55:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le generazioni attuali penseranno che vedere oggi gli horror degli anni '60 non metta paura; secondo me visionanso questo film si ricrederanno (per alcuni miei amici è stato così). Mario Bava conferma il suo essere maestro di dettagli -la goccia d'acqua, la mosca, il lampadario che scende etc..- e confeziona una pellicola dove l'atmosfera e la suspance sono le vere protagoniste, grazie anche a quella suggestiva fotografia con le cupe luci colorate ed intermittenti sugli sfondi.
Ma veniamo ai tre episodi.
Il primo è un giallo a tinte forti di base Hitckochiana ma con elementi torbidi e molto più sdoganati che anticipa gli efferati i thriller di Argento ed altri che invaderanno le sale il decennio successivo.
Il secondo è un horror classico sul vampirismo per il quale il regista romano attinge da Tolstoj, con Boris Karloff in grande spolvero che dimostra appieno di non essere rimasto schiavo del personaggio che lo ha lanciato ovvero la creatura di Frankenstein. Facendo leva sugli affetti familiari, questa è una macabra storia che non lesina sangue e dove dominano i lugubri e spettrali paesaggi notturni, con rovine di cimiteri e scheletrici alberi che sembrano avviluppare il protagonista (e lo spettatore con lui) in una inestricabile morsa.
L'apice, però, si raggiunge con il terzo episodio; una claustrofobica vicenda di vendetta dall'aldilà con una tensione ed un ritmo che non lasciano scampo, grazie anche ad un sapiente gioco di fotografia di cui parlavo sopra; il volto ghignante della donna morta perseguiterà i nostri incubi. Vi consiglio di vederlo in una notte d'autunno al buio...ma non se siete soli in casa!
Nell'epilogo finale, che si rifà al secondo episodio, Mario Bava non rinuncia comunque alla sua ironia e ci regala una spassosa scenetta che stempra un pò la parabola di orrore che abbiamo appena visto come a volerci dire: "Tranquilli ragazzi, che era tutta finzione!".
Semplicemente geniale!
Il titolo dell'edizione estera "Black Sabbath", fu scelto come nome dalla omonima band metal di Ozzy Osbourne. Insomma...un film che è storia!