JOKER1926 7 / 10 11/11/2014 21:14:32 » Rispondi Nell'ordine delle cose, cioè nella scala temporale, uno dei primi nomi inerenti all'Horror, è sicuramente legato alla figura di Mario Bava. Poi, nel corso del tempo, in Italia si sono susseguiti altri nomi, alcuni, a nostro parere, superiori. "La maschera del demonio" è associato alla tradizione un po' classicista del genere in questione. Il prodotto italiano del 1960 si sviluppa in contesti appartenenti al gotico e infatti anche a livello di contenuto la storia strizza prontamente l'occhio a vicende macabre vicine alla tradizione di antichi popoli barbarici. L'esperta regia italiana di Bava pone i riflettori su un plot accattivante, si parla di streghe; il mondo cinematografico dell'Horror ne ha parlato poco e male di questi intriganti e paurosi personaggi femminili. In poche parole la sostanza (il plot) in questo caso offre un qualcosa di positivo, il primo passo per accaparrarsi le attenzioni dello spettatore è compiuto. La previsione, anche un po' pessimistica, del critico è la seguente: riuscirà il plot delle streghe e delle maledizioni a tener botta per tutto il tempo? La domanda legittima ed intelligente troverà una risposta che riserva, al contempo, una serie di impressioni, forse anche soggettive. La sensazione predominante , e dunque la risposta, è che "La maschera del demonio" tiene per circa una mezz'ora, poi il ritmo cade verso il basso e gli episodi perdono parte del loro mordente iniziale. Si va in contro ad un appiattimento narrativo e fanno festa solo le bellissime ambientazioni e scenografie guidate da un ottimo ed essenziale bianco e nero. Si capta un'aria prettamente fiabesca, la nebbia che si avviluppa e le tombe spettrali, il gioco artistico è condotto al vertice della logica.
A distanza di anni, o meglio di epoche, "La maschera del demonio" diventa una bella riscoperta per i cinefili dell'orrore, per gli altri, cioè per la massa spettatrice abituata agli slasher, sarà impresa titanica giungere a fine visione.