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LA MASCHERA DEL DEMONIO regia di Mario Bava

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stratoZ     8 / 10  04/12/2023 13:14:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Uno dei momenti fondamentali per lo sviluppo dell'horror italiano, ma più in generale dell'horror gotico, è quando Mario Bava termina la sua lunga formazione come direttore della fotografia e passa alla regia, esordendo come regia "solista" in questo "La maschera del demonio", diventato a ragione una delle opere più rappresentative nonché influenti di tutta la corrente.
Non è corretto parlare di prima opera, perché già Bava e Freda ci avevano deliziato negli anni immediatamente precedenti con altre belle pellicole ormai diventate di culto, ma in ogni caso il film mette in gioco buona parte degli elementi che poi saranno propri del genere, stupisce la cura foto-scenografica così come la regia ispiratissima di Bava, pieno di fantasia e inventiva che ci regala diverse sequenze superlative, a partire dallo shockante prologo con la soggettiva della maschera del demonio applicata sul viso della strega, un inizio fulminante che pone le basi per l'affascinante mito che si verrà a creare col proseguo della pellicola, in un mondo fatto di boschi, rami secchi, cripte, tombe, castelli, ragnatele, pipistrelli, ombre, oscurità, vampiri, ma soprattutto una torbida ossessione per la morte che Bava tira in ballo più volte con un crescendo di fascino ipnotico, la bellezza gelida e misteriosa di Barbara Steele contribuisce a creare questo effetto.

Bava alterna sequenze puramente narrative, che in un contesto simile sembrano quasi i punti deboli a scene di straordinario fascino visivo, dalla iniziale discesa nella cripta della strega, con conseguente risveglio involontario, allo splendido passaggio di scene tra la pozza in cui si riflette il volto e l'interno della tomba della strega/vampira al suo risveglio.
Altra sequenza che mi ha colpito molto è la scoperta del passaggio segreto all'interno del castello che porta fino alla cripta, con quell'attraversata del quadro che mi ha messo un inquietudine unica, come se il quadro si potesse muovere da un momento all'altro, diciamo ci sono diverse scene così in cui Bava ti fa raggelare, e questo nonostante, bisogna ammetterlo, degli effetti speciali parecchio modesti dati sia dall'epoca ma anche dal basso budget dell'opera.

L'opera in sé non ha una struttura narrativa originalissima, per questo magari non ho dato di più, compensano però gli aspetti visivi ma anche sonori, con cui Bava stava già iniziando a sperimentare, raggiungendo apici nei film successivi, in ogni caso parliamo di un'opera dall'importanza fondamentale e di un passaggio obbligato per gli amanti del genere.