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TOTO' CHE VISSE DUE VOLTE regia di Daniele Ciprì, Franco Maresco

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bulldog     9 / 10  31/12/2009 10:19:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bare,fosse mortuarie,vasche con l'acido e degrado.
La Palermo sudicia di Ciprì e Maresco funge come metafora del "fingere di vedere quando invece sappiamo ormai che la luce è andata via per sempre".

Tre epidodi sconvolgenti in un bianco e nero opprimente dove l'assenza totale della donna rende la vita insostenibile,dove si percepisce un senso di impotenza di fronte al deterioramento di qualsiasi etica.
Omaggio alla ricotta di Pasolini ,al Nosferatu di Murnau ed al cinema di Bunuel.
Il sacro mescolato con il turpe in maniera ossessiva.
Una genialata al centro,tanto per cambiare,di censure e attacchi irrisori.
Funereo.