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TOTO' CHE VISSE DUE VOLTE regia di Daniele Ciprì, Franco Maresco

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ULTRAVIOLENCE78     8 / 10  14/04/2008 16:05:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io premio quest'opera blasfema e iconoclasta, anche se a tratti irritante per i suoi eccessi (ma forse è giusto che sia così).
Ciprì e Maresco ci mostrano, nella cornice di una Sicilia apocalittica, una umanità che non ha più niente di umano e di etico, e che è unicamente assoggettata a pulsioni bestiali e primordiali. Tutto è allo sfacelo: dalla stessa ambientazione degradata ai sudici popolani, fino alle figure cristiane dell'angelo e del messia ridotte a soggetti triviali e rozzi: tutti simboli di una realtà (fisica e metafisica) in declino, laida e amorale, in cui non c'è spazio per i buoni sentimenti e per la bellezza (significativa è l'assenza di presenze femminili in senso stretto, al cui posto vi sono uomini che interpretano donne) ma solo per l'aggressività, l'opportunismo e il cinismo (emblematica, a tal riguardo, la sequenza dei topi). Si avvertono echi pasoliniani che, insieme a una spiccata vena grottesca, accompganano la descrizione di un mondo senza speranza, avviato all'auto-annientamento.