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TOTO' CHE VISSE DUE VOLTE regia di Daniele Ciprì, Franco Maresco

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Guy Picciotto     7 / 10  25/08/2005 13:57:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
nemmno Gesù è più portatore di speranza, anzi è uno dei tanti che si diverte nei party a guardare uno spogliarello femminile ( tutti i protagonisti della pellicola sono uomini, chi travestito ovviamente da donna), il Gesù siciliano è un pellegrino che continua a ripetere "minchia", che dà dei cornuti agli apostoli, che si mette a sedere all'ultima cena ( quando gli apostoli avevano già cominciato a mangiare senza neanche aspettarlo...)e dice "cominciamo stù festino", che risponde "levate 'n mezzo ai ********" a chi gli implora il miracolo per Lazzaro (che è balbuziente e dice altro che "mi state cacando la minchia tutti"), che va a giro tutto vestito di cenci bianchi, e che alla fine, messo sotto "processo" da un boss mafioso, tenta di salvare la pelle dicendo "sono incarricato sono; sono incarricato e vendendosi alla mafia,
un altro personaggio : lo zimbello del paese fagocitato dagli impulsi sessuali sta a menarselo notte e giorno strabuzzabndo gli occhi e assumento fattezze da demente, la rappresentazione della gioventù d'italia omologata dal potere sotto forma di mezzi d'intrattenimento e di informazione, ci informano i fatti e non sui fatti come diceva sua maesta Carmelo Bene, il film è tutta una rappresentazione delle bassezze quotidiane di questa piccola italietta democratica ( dove la democrazia sta per deserto culturale)
Ciprì e Maresco ci ricordano quanto siamo miserevoli nelle nostre pulsioni primarie (sesso-denaro-cibo). Devastante atto d'accusa al modus di vita di questa italietta medio borghese e per questo mediocre.