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DRAQUILA - L'ITALIA CHE TREMA regia di Sabina Guzzanti

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     8½ / 10  12/05/2010 01:07:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Forse il titolo andrebbe letto con maggiore attenzione perché dice tutto del film: non è un film "sul terremoto", ma su come personaggi piuttosto scaltri siano riusciti (e riescano con taglio professionale) a usare le emozioni e la psicologia delle persone per trarne un proprio vantaggio. Soprattutto quando si è in uno stato di debolezza razionale.
Chiaramente, è un film antiberlusconiano (e nel coro quotidiano di ancelle e ancelli che ne decantano e ne amplificano le qualità attraverso le televisioni sue o controllate, è un pregio in sé!), ma, finalmente, lo è in maniera intelligente. A parte l'appunto ironico iniziale con lo "sbarco" di lei travestita da premier, infatti, per fortuna il film prende tutt'altro piglio risultando un'impietosa, documentatissima inchiesta su quanto di più marcio siamo -ahinoi- ormai perfettamente assuefatti.
E non ne esce neanche bene la cosiddetta opposizione che, anzi, fa una figura se possibile peggiore della stessa accoppiata Berlusconi-Bertolaso: come disse efficacissimamente Pannella per qualificare il bipolarismo all'italiana, siamo di fronte a "capaci di tutto" contrapposti a "capaci di niente". Il che è tutto dire...
Se la parte più efficace del film è senz'altro quella che mostra le "bizzarrie quotidiane" e i quotidiani soprusi che, passato l'entusiasmo iniziale, colpiscono nel profondo le persone rimettendo in discussione quel po' di euforia che la fortuna di essere tra i "prescelti" dai vari miracoli mediatici aveva potuto dare loro (come non trasalire rispetto all'organizzazione dei campi, alle direttive sulla somministrazione di Coca-Cola e caffè, sull'onnipresenza di televisori, sulla noia mortale che ti sfinisce stando perennemente "in vacanza" in qualche albergo della costa, sul senso di estraneità rispetto a case bellissime che però dovranno essere restituite intonse, sulla spietatezza dei modi di esecuzione degli ordini provenienti dai vertici della Protezione Civile, sull'operato delle forze dell'ordine in funzione iperprotettiva tanto della popolazione che dei potenti che colà hanno sfilato e si sono fatti belli, ecc.), la vera essenza della pellicola è espressa mirabilmente dalle battute finali: il vuoto e il falso durano eccome.
In realtà la situazione è ancor peggiore: quando la verità viene a galla, è sempre pronta una nuova (e peggiore) falsificazione in grado di rendere vano ogni effetto che la verità precedente aveva suscitato. In questo senso, come spesso nella Storia è accaduto, l'Italia sta sperimentando prima di chiunque altro l'essenza delle nuove dittature di questo secolo, dittature che fanno del non-detto/non-dicibile e dello svuotamento essenziale di ogni dato formale (lasciato invece perfettamente intatto) il loro punto di forza, ingannando a tal punto le proprie vittime da fiaccarne ogni tentativo di ribellione quasi sul nascere. Esemplare (e toccante) la testimonianza del giornalista che ha perso tutti i figli, perfetta vittima-carnefice del nuovo regime.
In questo senso è un film disperato, anzi, lucidamente disperato. Solo una vera rovina collettiva potrà riaprirci gli occhi e farci riscoprire il valore dell'autenticità. L'Italia non muore di disastri naturali ma di ipocrisie e di non-detti.
forzalube  12/05/2010 04:47:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento. Se eravamo su facebook schiacciavo il bottone "mi piace".
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  13/05/2010 02:08:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono ancora riluttante su Facebook... da buon "vecchietto" quale sono, guardo ai social network con una certa diffidenza! Cmq. grazie per il complimento: ci rivediamo al cinema!!! ;))