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DRAQUILA - L'ITALIA CHE TREMA regia di Sabina Guzzanti

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Crimson     6 / 10  10/05/2010 23:26:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La Guzzanti rivede in parte il suo registro, e lo adatta a quello di Moore, suo grande riferimento (e amico, mi pare), finendo per scopiazzarlo. Avevo letto che aveva messo da parte anche il proprio istrionismo e solo in parte mi sembra vero. E' un docu-film realizzato in un lungo lasso di tempo, e si vede, soprattutto nella seconda parte che sembra avere dei finali continui. A ciò si aggiunge una noncuranza pressochè totale per le recenti proteste domenicali e dell'anima studentesca de L'aquila. Del terremoto sono messe in luce le avvisaglie, ma non il fatto che gli edifici crollati erano di cartapesta, ma ho come l'impressione che parlando ad esempio del fatto che alla casa dello studente mancasse un pilastro il problema sarebbe stato sviato da Berlusconi, il vero, l'unico bersaglio di questo lavoro troppo monotematico. I problemi sono culturali, e Berlusconi è solo un tassello del puzzle a mio avviso, ma essendo il personaggio più in vista l'errore di certa parte della satira è riferirsi solo a lui. Certo, si parla anche di Bertolaso, degli appalti truccati, ma sono tutte storie che conosciamo bene. Un docu-film quindi inutile? Non esattamente, perchè nel marasma antiberlusconiano questo lavoro riesce anche a cogliere piccoli-ENORMI amenità: il divieto di distribuire coca-cola e caffè nelle tendopoli; la militarizzazione delle stesse e la riduzione a meri prigionieri delle persone; il "consiglio" di non piantare chiodi nei nuovi alloggi. Il problema vero è la bufala del "miracolo", di una ricostruzione che non è stata operata; il decentramento assurdo delle nuove abitazioni ed un centro che di questo passo non tornerà MAI ad avere la vita sociale di prima. La nuova L'Aquila graviterà attorno ai centri commerciali, ed è alquanto triste. La gente è in******* ma impotente. Le ultime elezioni provinciali denotano un problema di coesione tra gli aquilani e i marsicani, storico, irrisolvibile, a cui una tragedia simile non è riuscita a porre rimedio. E se il campanilismo resta tale anche dinanzi alla morte, il problema forse non è solo di Berlusconi, ma anche di un terreno troppo fertile affinchè attecchisca il vuoto dei fatti e la pomposità delle parole.
Un segno di vita reale il docu-film lo dà mostrando l'evanescenza dell'opposizione, soprattutto quella locale.
Si esce doppiamente incazzati: la materia trattata è pericolosa e merita assolutamente maggior incisività nelle questioni locali, aspetto che alla Guzzanti sfugge; la superficialità con cui si continua a riciclare ciò che già conosciamo sul presidente del consiglio. Sembra che ci piaccia conoscere tutto di ciò che non va bene e soffermarci a considerarlo, senza operare un minimo passo successivo. E il problema non è solo di chi lo vota. Di conseguenza ci sia maggior autocritica non solo nell'opposizione ma anche da parte di chi pensa di avere gli strumenti per poter fare satira.
Infine vorrei vedere un documentario fatto da un aquilano, sono stanco di chi parla da fuori strumentalizzando alcuni aspetti che hanno bisogno di un'analisi differente.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  12/05/2010 00:35:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non condivido il tuo commento. Per quanto riguarda l'ultima tua frase, poi, ti consiglierei di guardarti bene i titoli di coda: noterai che moltissime famiglie aquilane hanno collaborato, alcune emittenti locali e, soprattutto, i ragazzi e le ragazze aquilani della benemerita "Officina delle immagini" grazie ai quali esiste un documentario in gestazione sul "terremoto al quotidiano" (che dovrebbe apparire su internet e che sembra sia stato acquistato da Sky), per non parlare delle persone che fanno capo all'associazione "3e32" che ho avuto modo di contattare grazie a un infermiere aquilano che mi ha assistito in ospedale recentemente. Forse commenti come il tuo ci dicono quanto film di questo genere siano indispensabili in Italia. Per non parlare di un giornalismo finalmente non asservito al potente di turno, che si chiami Berlusconi o Bersani, poco importa.
Crimson  12/05/2010 16:38:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bene non vedo l'ora di vedere quel documentario dunque. Sono uscito prima dei titoli di coda cominciando a considerare quanto questo film non sia indispensabile. Tratta argomenti che già conosco, con uno stile spesso autocompiaciuto; non riesco a ritenere la Guzzanti una persona critica (figuriamoci una giornalista) perchè non si pone sempre in mezzo, perchè un giornalista critico che si rispetti ad esempio non può scadere nel riportare le telefonate notturne al 118 (e non mi si dica che era collegato al fatto che ci fossero 15 vigili del fuoco in servizio, a me è sembrato un chiaro tentativo di far presa sull'emotività dello spettatore).
Perchè questo film è indispensabile? Non mi spinge a fare riflessioni che già non faccia, e non prenderla come presunzione, ho un problema di coscienza molto più forte che mi porta a non sapere ancora come superare il nodo "sociale" dell'elaborazione del dolore, penso sempre che se parliamo di L'Aquila il problema sia molto più a monte di una semplice diatriba allarmismo/non allarmismo; questo è un discorso che appartiene all'ipotetico, mentre il fatto che le costruzioni fossero di ricotta non appartiene all'ipotetico. Le persone non sono morte per un caz.zo di terremoto e non devono andare a dormire in macchina, perchè le loro case non devono crollare.
Chiusa la parentesi, ok non è un documentario su L'Aquila, ma perchè se ne serve? Per dimostrare che Berlusconi si è servito del post-terremoto per fare propaganda? MA VA?! mi sembra che sono decine le situazioni meno eclatanti che quotidianamente nutrono la sua fame mediatica e di controllo. Non nego che ci siano anche spunti interessanti nel film, il mio commento è articolato e non mi sembra di aver scritto che è un mer.da da evitare.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  13/05/2010 02:15:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me sembra invece che la Guzzanti sia riuscita molto bene a farci capire quali sono le "trappole psicologiche" nelle quali i professionisti dell'immagine alla Berlusconi (ma non solo) ci fanno cadere: la "strategia dell'emergenza" finisce col farci ripetere esattamente gli stessi errori di cui persone ciniche o pervase di delirio di onnipotenza approfittano.
E l'ulteriore genialità della Guzzanti è stata, secondo me, di aver dimostrato come in tali errori non si possa non cadere. Per questo lo ritengo un film disperatissimo nella sua sinistra lucidità.
forzalube  12/05/2010 04:41:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Crimson, sono d'accordo che il problema è culturale e non solo Berlusconi, ma a me sembra che questo concetto sia espresso in maniera evidente anche dal film nonostante Berlusconi sia il politico più citato.
Crimson  12/05/2010 16:45:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
guarda sono un antiberlusconiano, ma mi sento arricchito dalla denuncia di questo film solo superficialmente.