caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

DRAQUILA - L'ITALIA CHE TREMA regia di Sabina Guzzanti

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  10/05/2010 01:24:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Draquila" è senza dubbio il miglior film di Sabina Guzzanti. Se avevo qualche dubbio sul suo modo (un pò fideistico) di raccontare scomode realtà, questa volta non posso sollevare alcuna perplessità. Il film è perfetto così com'è, efficace soprattutto per come riesce a bilanciare l'atto d'accusa con le illusioni perentorie del "miracolo" elettorale e propagandistico di Berlusconi.
Per una volta la Guzzanti "espropria" la propria immagine di icona del cabaret o della satira a favore di un reportage impetuoso e rigoroso sulla realtà sociale del terremoto abruzzese.
Lo stile, che ricalca la pop art americana e il cinema di Micheal Moore, esibisce comunque un messaggio senza fronzoli, che si potrebbe riassumere nell'inedita (?) filosofia di "tutto quello che la tv italiana non deve farci vedere".
Dal G8 dei 185 milioni di euro pagati dai contribuenti (farei meglio a giocarmeli al lotto questi numeri non si sa mai) all'emergenza spazzatura in Campania, passando per i 15 (solo 15!!!) vigili del fuoco presenti la notte della tragedia e sul monopolio burocratico e corruttivo della protezione civile, il film indigna e sconcerta, lasciando passare soprattutto la nostra tremenda impotenza - v. il tendone della sinistra incustodito e isolato a tutte le intemperie metereologiche e morali possibili.
La passerella impetuosa degli sfollati nelle tendopoli, privati anche del diritto di esprimere un'opinione contrastante rispetto ai media, mi ha ricordato i primi trenta minuti di "They live" di Carpenter, e non mi sembra affatto un paragone azzardato. Cito a memoria le ultime frasi del film "ciò che è vuoto e fasullo non può durare. Ma non è vero, dura", e intanto i tg proiettano scene dell'ultimo film di G. Clooney.
Tre le macerie di una terra parzialmente estinta e violentata, l'ultima speranza è un film che rimetta in moto il mercato turistico della ragione.
Da meditare e riflettere, perchè forse il peggio deve ancora venire
maremare  12/05/2010 16:03:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
cmq io ho preferito 'w zapatero', l'ho trovato più compatto, con un finale commovente.
qua si nota l'aggiunta fatta dopo lo scandalo 'bertolaso' se fosse finito sullo sfondo nero con la telefonata agghiacciante tra i due imprenditori sarebbe stato più di impatto.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  13/05/2010 23:17:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Può darsi, ma quello sembrava anche uno sfogo (troppo) personale sulla libertà d'opinione, qui S. G. riesce a metter su un film d'inchiesta senza far pensare troppo a lei stessa
Pasionaria  10/05/2010 10:25:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo commento, Luca, lucido ed equilibrato.
Purtroppo non sono ancora riuscita s vederlo, ma non ho resistito a leggere il tuo commento e ho fatto bene.
Sabatoun  10/05/2010 16:11:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravo Luca ottimo commento