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LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO regia di Pupi Avati

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Crazymo     8½ / 10  21/02/2013 20:09:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Inquietante fin dai titoli di testa questo thrillerone dell'eclettico Pupi Avati, veramente difficile da valutare; uscito un anno dopo il Profondo Rosso che ha segnato la storia del cinema è evidentemente ispirato alla matrice Argentiana in un paio di scelte, ma riesce alla perfezione nel compito di staccarsi da quello stile e creare qualcosa di veramente seminario come lo sono stati tantissimi film usciti negli anni '70, un'epoca cinematografica indimenticabile, piena di generi e di film che sono ancora tutt'oggi d'ispirazione per tutti i giovani cineasti e per le migliaia di fan del grande cinema; questo film ne è uno degli esempi migliori. Ambientato in questo sperduto paesino emiliano popolato da personaggi ambigui e bizzarri, specchio di una certa realtà di periferia, ricorda vagamente il "Non si sevizia un paperino" di Lucio Fulci, creando però ogni personaggio indipendente dagli altri, senza creare un gregge di bigotti, ma un insieme di persone tutte spinte da una forza onirica, sovrannaturale a raggiungere un obiettivo (e un ruolo fondamentale nella storia) che non ci è mai veramente chiaro, il tutto è sempre nascosto da un velo di oniricità, infatti il film ha una storia ed uno svolgimento praticamente realistico, però non è raro trovare porte che sbattono, finestre che si spalancano e rumori fuori campo che danno la continua sensazione di essere in un luogo che ha un che di magico e stregato, dove il nostro protagonista appena arrivato in questo paese è continuamente spaesato, senza capire cosa sta accadendo, consapevole che le proprie convinzioni in questo posto sperduto non hanno più alcun valore. La regia e la fotografia sono perfette, l'ambientazione umida, selvaggia e misteriosa di queste terre è bellissima ed Avati non poteva muoversi meglio dietro la macchina da presa, fra bellissimi e fluidi movimenti di camera e momenti di suspence in cui la prospettiva viene distorta e si avverte un vero senso di inquietudine; bravi gli attori, su tutti il protagonista, azzeccate le musiche e ribadisco, complimenti all'orchestrazione del film, mai noioso, con un ritmo fantastico, cosa che non si direbbe visti i molti momenti che ci vengono concessi per riflettere su ciò che sta accadendo, e soprattutto pieno di colpi di scena inaspettati, ed un paio di momenti veramente disturbanti ed indimenticabili. L'ansia nel camminare da soli nella nebbia al crepuscolo, l'inquietudine nel sentire passi durante il pieno della notte mentre si cerca di prender sonno, il disagio che mette il non capire chi sono le persone con cui si parla ogni giorno, la paura di tornare a casa e trovare tutto a soqquadro ed il terrore che le nostre peggiori fantasie si avverino davvero: è questo quello che mette paura ad ognuno di noi, no? Ecco, questo film l'ha capito, e seppur con 37 anni sulle spalle, non perde mai la convinzione di volerci inquietare e di farci sentire sperduti in questa atmosfera magica che dura dall'inizio alla fine. Con alcune sbavature tipiche di molti filmoni degli anni '70 "La casa dalle finestre che ridono" è un film immancabile per un amante del cinema, veramente tesissimo fino alla fine, mi ha incuriosito tantissimo e mi ha messo paura come pochi altri film, da vedere senza esitare un attimo!