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LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO regia di Pupi Avati

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76eric     9 / 10  17/03/2011 19:12:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Assieme a Profondo rosso, tanto per citare il più famoso, ed a pochi altri titoli, è la pellicola che meglio rappresenta il mitico "giallo all' italiana".
Avati ed i suoi collaboratori, fra cui si annovera pure Maurizio Costanzo, fanno tesoro delle svariate precedenti opere di genere ed incentrano l' inquietante vicenda nell' anonima e soleggiata realtà campagnola padana.
Un luogo che mette a disagio, popolato da persone ambigue nella quale spicca fortemente il senso di smarrimento e di solitudine (eccezion fatta per Francesca) del protagonista restauratore, al quale una minacciosa voce gracchiante vieta di toccare il quadro della chiesetta per il quale esso è stato commissionato.
Come dicevo Avati nel bene (e nel male) della sceneggiatura evolve la storia secondo i canoni, avvalendosi della forza e dell' interesse che può suscitare la storia maledetta del tipo "incredibile ma vero", data appunto dalla casa infestata dai fantasmi unito al forte senso di desolazione del luogo.
Un segreto che è rimasto sepolto per anni ed anni e che pare tutti vogliono ignorare, ma che per l' avvento del protagonista e per la sua tenacia nel voler fare chiarezza sulle sorti del povero Buono Legnani, porterà ancora ad una lunga scia di sangue.
Le interpretazioni ed alcune situazioni a volte stonano e più che il protagonista Capolicchio, che nel complesso se la cava piuttosto bene, m' ha colpito l' ottima performance del prolificissimo Gianni Cavina nel ruolo di Coppola.
Magnifico e veramente inquietante poi il sonoro della registrazione, nella quale sentiamo l' ansimante voce dello sventurato Legnani raccontare le sue tormentate sensazioni, i suoi deliri.
Fantastico il finale rivelatore sospeso. Davvero un film eccellente. Speriamo che Avati in un futuro non molto lontano si cimenti nuovamente nell' horror. Perchè? Perchè lo sa fare.