elio91 8 / 10 24/09/2010 17:20:31 » Rispondi Con le dovute distanze stilistiche e di carriera,Pupi Avati in un certo senso ha anticipato anni e anni prima la visione lynchiana di Blue Velvet che tratta il marcio nascosto sotto il tranquillo paesino felice e pacifico. Anzi,forse non ha anticipato niente perché non sarà stato il primo a fare una cosa del genere e a trattare un argomento così,ma alla fine chi se ne frega...
Rinunciando quasi del tutto al sangue tanto caro in quegli anni ad Argento (comunque superiore nell'ambito horror per la combinazione violenza/atmosfera) e puntando tutto su un'atmosfera,appunto, malsana e macabra,Avati centra perfettamente l'obiettivo di spaventare senza banalità. La sceneggiatura in linea di massima non è una gran cosa ma alcuni spunti sono ottimi,specie per quanto riguarda il grottesco sempre inquietante al punto giusto. Anche l'omertà degli abitanti,nel finale soprattutto,fa riflettere.
C'è poco altro da dire su questo bell'horror nostrano,diventato cult giustamente con gli anni: ci troviamo di fronte ad un horror d'atmosfera come raramente si vedono,riuscendo a coniugare due elementi apparentemente lontanissimi tra loro come una Bassa Padana solare,nostalgica con l'orrore del sangue e della perversione. Ne esce fuori un oggetto forse troppo ingenuo in molte sue componenti ma che il suo intento lo raggiunge. Il finale premuto sull'acceleratore è la cosa migliore,orgia di sangue e assurdità quasi inaspettata e che fa alzare ancora di più il suo valore.