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QUALCOSA DI SPECIALE regia di Brandon Camp

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metathron     7 / 10  05/10/2010 00:26:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sono andato a vedere questo film veleggiando sulle ali dell'entusiasmo: la solita commediuccola sdolcinata sull'amore imperituro, yea e vai!! Pensavo.
Sì l'ho fatto per un bene superiore: fare felice un mio amico. Che odia la fantascienza (io guarderei solo quella).
Ehm invece devo dire che mi ha stupito, e anche un po' spiazzato.
Be' nessuno qua dice che il film è sul tema più tabu, sulla cosa più fraintesa, più temuta e assolutamente certa della vita: la morte. La morte in questo film non è il contorno per la nascita di una nuova storia d'amore. E' il tema principale.
Il film in questo rappresenta in modo mirabile la comprensione che la nostra epoca ha della morte, e con che strumenti la affronti.
Per prima cosa si tratta del modo in cui ognuno di noi si confronta con la morte di un proprio caro, quindi il film rappresenta, non lo spiega, lo rappresenta, il dolore di quest'uomo che ha perso il proprio amore. Trovo non una mancanza ma un'incredibile presenza, in un film usa, l'assenza di spiegazioni, di troppe verbalizzazioni. Il film sembra molto povero nell'affrontare la morte. E questo rappresenta in modo mirabile il silenzio doloroso che ci prende davanti alla morte.
Anche le varie dinamiche psicologiche, i gruppi di lavoro e di condivisione delle emozioni all'americana, non rivelano nulla di sconvolgentemente innovativo o significativo.
Il problema è come riuscire a digerire la morte di una persona cara. E la morte viene innanzitutto vissuta come la scomparsa e la mancanza della persona che se ne è andata. Questo è il problema.
Come seconda cosa manca qualsiasi interesse al destino della persona defunta. Cosa succeda a chi muore non è proprio neppure lontanamente accennato. Non compare neppure come interrogativo. Neppure come domanda. E questo è un carattere saliente dei nostri tempi: la nostra comprensione della morte è assolutamente mancante. E riguarda solo ed esclusivamente l'effetto psicologico che la morte ha su chi non muore, ma ha visto morire.
Della morte sentiamo solo il dolore per chi se ne è andato.
Nel film non c'è più nessun orizzonte spirituale o metafisico che ci aiuti a vedere la morte come una porta, una trasformazione che riguarda la coscienza e l'evoluzione del defunto. Il nostro pensiero, la nostra coscienza resta solo invischiata nel dolore della morte, dolore verso cui non riesce più a portare contenuti per una sua comprensione. Il dramma è accettare qualcosa che non si è minimamente più in grado di capire, perché addirittura mancano le parole e i concetti per definirlo.
Ma la morte ha una caratteristica fondamentale: è un evento poderoso quando riguarda sé stessi: quando l'Io attraversa la soglia della morte, e sorge alla vita del mondo spirituale. E' l'esperienza descritta da milioni di persone che hanno avuto episodi di pre-morte. Ma nel film questo aspetto non esiste. Non è minimamente accennato. C'è solo il dolore che provano quelli che restano. Il marito, il padre. Il film si dedica esclusivamente a quel primo aspetto, indiretto, che la morte ha sugli altri.
La sua attenzione è talmente esclusiva che solo e solamente l'aspetto del dolore che la morte di qualcuno provoca a quelli che restano viene affrontato.
La morte come evento di esperienza dell'io semplicemente non c'è. Non ci sono pensieri, parole che ne parlino, non ci sono immagini che la rappresentino.
Il film in questo è immensamente, umanamente, tragico.
E in fondo anche massimamente onesto. Perché c'è sempre un momento in cui davanti alla morte, veramente, noi ci sentiamo assolutamente impotenti e incapaci di accettare e capire.
Perché non ci è più data (dalla scuola, dalla cultura, dallo stato, da...) la capacità di comprendere la morte.
E spesso restiamo solo invischiati nel dolore della mancanza che essa ci porta.
Parla di noi.
Del fatto che di fronte alla morte siamo poveri, estremamente poveri. Restiamo muti.

E' un film che mi ha stupito.

Il film chiaramente ha una risoluzione. Ma anche questa non è definita. E' accennata. E' un atto che riavvicina il protagonista alla vita che c'è ancora qui. Ma non c'è nessuna risoluzione del rapporto col defunto. C'è una sostituzione. Una nuova donna, un nuovo amore.

Capisco perché le valutazioni non siano lusinghiere.
Non è una commedia d'amore.
E' un film sulla morte.
Può toccare corde delicate. E il suo silenzio, la sua impotenza circa molte cose non dette e non capite può far risuonare qualcosa.
KOMMANDOARDITI  05/10/2010 01:07:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma tu ti dilunghi troppo nei tuoi commenti, dovresti cercare di essere un po' più sintetico e meno graforroico.
Prendi esempio da me piuttosto e guarda come in pochissime righe si commenta un video-guazzabuglio come TRACES OF DEATH 4... ;-)

metathron  05/10/2010 12:27:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
eh a me piace la parola. sai quella narrazione quasi ripetitiva, che però ad ogni frase aggiunge qualcosa e sembra tornare indietro, e riva avanti come un flusso, come l'acqua che scorre e esplora le idee e i pensieri come la corrente in un fiume che cerca e parla coi sassi che accarezza durante la discesa, durante il cammino.
:-)