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I TENENBAUM regia di Wes Anderson

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Blutarski     8½ / 10  29/01/2010 13:28:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Wes Anderson scrive grazie anche alla già fruttuosa e collaudata collaborazione dell'attore Owen Wilson il suo terzo lungometraggio incentrato sulle vicende della stravagante famiglia Tenenbaum. Non si tratta di un banale dettaglio, ma un fatto che ricorre nella carriera del regista e più a fondo determina il suo modo di intendere il film, di metterlo in scena. Queste collaborazioni e la sintonia che Anderson ha con i suoi fedeli attori e amici si rispecchia nei suoi film, soprattutto in fase di scrittura. I personaggi dei suoi film sono quasi sempre ricalcati sulle caratteristiche proprie degli attori, fuse con suggestioni più o meno letterarie e dotati di una comicità propria. Alla fine ogni personaggio, estremamente teatrale e drammatico nelle proprie azioni e comportamenti, dà l'illusione di essere una parodia di se stesso. La narrazione viene banalizzata e ridicolizzata cancellando ogni traccia di realismo. Alla base di questo c'è forse la consapevolezza dell'imperfezione sostanziale della narrazione cinematografica nel rappresentare qualcosa che è già di per se una commedia/dramma (la vita) e di fronte alla quale una sola sembra essere la via d'uscita: il sense of humor.
Royal Tenenbaum, interpretato da un inedito Gene Hackman, è un padre egoista e per lo più assente e insensibile ai sentimenti dei suoi familiari. Dopo essersi più volte reso colpevole di infedeltà, lascia la Moglie Etheline (Angelica Houston) e quindi il tetto coniugale per una vita all'insegna del lusso e del divertimento. I suoi tre figli furono sin da piccoli dei bambini prodigio, ma a causa 'di due decenni di tradimenti, fallimenti e disastri' ognuno è infelice della propria vita. Quando scopre che l'ex moglie è in procinto di risposarsi decide di provare a riunire la famiglia. Il film dunque trova il suo punto focale e di svolta nel riavvicinamento familiare che, per quanto strampalato e ridicolo, alla fine ci riserva anche qualche lacrima imprevista e non scontata. Il film si snoda in capitoli come se ci trovassimo davanti a un'opera letteraria letta da un narratore onniscente. L'uso della voce fuoricampo (di Alec Baldwin nell'originale) dà sin dai primi istanti un taglio psicanalitico alla storia, con la precisa funzione di evidenziare i tratti salienti della vita di ognuno dei personaggi e che permette di comprenderne meglio i comportamenti. La voce fuoricampo conferisce inoltre alla storia una struttura aperta caratterizzata da innumervoli divagazioni e rigagnoli narrativi diversi più o meno pertinenti, più o meno inconcludenti, più o meno improbabili ma molto comici. Colonna sonora quasi perfetta e cast pazzesco.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  29/01/2010 13:34:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo, condivido tutto tutto.
Blutarski  29/01/2010 14:43:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Ugo lo sai, ti stimo moltissimo! Non ti nego che la tua bella recensione mi è stata un pò di ispirazione, anzi colgo l'occasione per farti i complimenti.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  29/01/2010 15:55:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, ma chiamami un'altra volta Ugo e ti banno.

Blutarski  29/01/2010 17:36:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi banni? Ugo, non sentivo questo termine dai tempi di c6 :)
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  29/01/2010 19:47:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma io sono anziano, lo sanno tutti. Oh senti, ma perché non ti fai più vedere in area forum? Sei sempre nei commenti a scrivere cose intelligenti, non vorrai mica dirmi che non hai l'autonomia intellettuale per farcela...
Blutarski  29/01/2010 21:54:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eh appunto, quella è l'area delle stro.nzate. Scherzo, in effetti è un pò che non ci scrivo ma ogni tanto gli do un'occhiata solo che non conosco nessuno, sai un pò mi vergogno.