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MATRIMONI E ALTRI DISASTRI regia di Nina Di Majo

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amterme63     4½ / 10  30/08/2010 19:14:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sinceramente l'ho trovato un film proprio scialbo. Un sorriso ogni tanto lo strappa, ma rimane decisamente poco. Il resto è un rigirare i soliti stereotipi un po' triti delle persone di cultura in crisi e degli "ignoranti" rampanti. In effetti alla fin fine risulta interessante per quello che comunica fra le righe, dove riesce a fornire una specie di quadro dell'attuale modo di pensare medio attuale. Questo senza alcuna intenzione di riflessione seria o di satira feroce, ovviamente. Il tutto staziona placidamente nell'ordine della normale e tranquilla mediocrità in cui si crogiola il nostro Bel Paese.
Intanto ci fa capire che anche nella commedia leggera ci si sta spostando culturalmente verso destra. La protagonista e i suoi amici rappresentano i rimasugli della vecchia intellighentsia di sinistra, dipinta come una classe oziosa, immobile, chiusa nelle vecchie decrepite glorie, letteralmente in disarmo. Viene aggiunto anche il personaggio dell'omosessuale babbeo e fanullone proprio per rovesciare la rappresentazione percepita/voluta delle classi care alla cultura libertaria di sinistra.
La nuova classe dei rampanti, degli ignoranti è quella che invece ha più successo, iniziativa e fascino e il film in qualche maniera celebra la vittoria di questo nuovo modo di comportarsi e pensare, che con il suo iperattivismo sicuro di sé conquista pure le "simpatie" dei problematici acculturati in crisi.
La nuova generazione delle giovani sorelle testimonia di quanto si sia perduto della libertà e dell'anticonvenzionalità di costumi dei nostri avi e di come tutto stia rientrando piano piano nell'alveo del perbenismo ipocrita. La sorella più giovane, ad esempio, tutta presa esteriormente dal matrimonio e da tutti i formalismi connessi, fino al giorno prima cornifica alla grande il promesso sposo (e vorrebbe che lui non facesse altrettanto!). Quella più anziana si scandalizza in maniera ingenerosa per il comportamento libero e sincero dei propri genitori che in tempi migliori avevano deciso di vivere alla luce del sole le proprio pulsioni naturali fregandosene delle regole imposte. Ora la figlia invece fa tanto la scandalizzata proprio quando decide di buttarsi nelle braccia del primo venuto. E' la tipica miscela di perbenismo e ipocrisia che sta imperando alla grande nei costumi medi percepiti italiani.
Parlo di "costumi medi percepiti", perché secondo me la realtà è molto diversa da quella dipinta nel film. Per fortuna è molto più varia e movimentata. Questa commedia ce ne fornisce una versione alquanto stereotipata e lo si vede soprattutto dall'ambientazione. Non ho visto una Toscana e una Firenze più falsa di quella mostrata in questo film. Questo detto da un Toscano che ama molto la sua regione. Farla apparire "bella" in questa maniera la danneggia molto. Il quartiere di Santo Spirito, ad esempio, in cui è girato la maggior parte del film, è diversissimo da quello mostrato, è un miscuglio vivo e vivace di bohème, vita libera, cultura altra, nell'apparenza del "degrado" urbano.
Il ragazzo biondo, "svogliato" ma allo stesso tempo amante della cultura, è l'unico personaggio veramente fiorentino del film, l'unica persona vera e viva. Gli altri sono solo personaggi che esistono esclusivamente nel falso immaginario collettivo.