caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA FISICA DELL'ACQUA regia di Felice Farina

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     8 / 10  04/05/2010 02:18:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Possibile che un film italiano per avere successo debba essere per forza una commedia, preferibilmente dal taglio comico o, al più, ironico? Sembrerebbe proprio di sì, a giudicare dalla sala tristemente deserta nella quale mi sono goduto questo originale thriller psicologico in chiara salsa shakespearian-freudiana. Peccato, perché il cinema italiano sa anche "sfornare" pellicole come queste che vanno ben oltre i soliti cliché e ci restituiscono gioiellini da godersi anzitutto su grande schermo. Peraltro, Felice Farina non è nuovo a flop italiani che però sono stati rivalutati all'estero, particolarmente in Francia. Speriamo che un minimo di passaparola faccia la fortuna di questo film che davvero merita la visione al cinema.

La protagonista assoluta è davvero l'acqua, inquietante leit-motiv delle vicende, delle ossessioni e delle allucinazioni che perseguitano il piccolo Alessandro, padre morto quando aveva un anno e mezzo, una madre bella, attenta ma lacerata dal triste evento, uno zio che ricompare in casa dopo un lungo periodo di assenza in Australia. Proprio il ritorno dello zio provoca in Alessandro una repulsione profonda, atavica, estrema. Tanto estrema da volerlo uccidere. Dopo un tentativo fallito (per poco), Alessandro tenta il "colpaccio": sabotarne la macchina. La cosa riesce ma purtroppo nella macchina sale anche l'amatissima mamma. Accade l'inevitabile quasi sotto gli occhi esterrefatti del piccolo. Da questo episodio drammatico parte il film di Farina che ricostruisce fatti, fantasmi, rimozioni e ossessioni del piccolo Alessandro in una serie serratissima di flashback alternati a momenti reali che fanno precipitare lo spettatore in una spirale di piccoli-grandi orrori che segnano la vita del bambino e della sua sfortunata famiglia.

Se Claudio Amendola rimane un po' troppo rude e ruvido nella sua recitazione (anche se il suo personaggio in effetti questo richiedeva e Farina si è sempre dichiarato soddisfatto della sua interpretazione), sorprendenti sono Stefano Dionisi (un umanissimo quanto determinato commissario) ma soprattutto Paola Cortellesi che, da vera artista matura quale è, tratteggia un ritratto di madre segnata dagli eventi, tuttavia sempre in grado di reagire e di guardare dritta in avanti. Menzione a parte per i piccoli protagonisti della storia e in particolare per Lorenzo Vavanello che sembra davvero "posseduto" da Alessandro. La sua interpretazione ricorda tranquillamente altri bambini "eccellenti" che ci hanno regalato pellicole indimenticabili ("Il tamburo di latta", "Il sesto senso", "Io non ho paura", "Shining"...). Qui devo ammettere che mi ha profondamente turbato e devo dire che il personaggio scritto dai soggettisti (Eleonora Fiorini, Mauro Casiraghi e lo stesso Farina) è davvero inquietante ma nello stesso tempo terribilmente realistico.

L'originalità del racconto di Farina&compagni, che attinge molto dall'Amleto di Shakespeare e dal mito di Edipo, sta proprio nel mostrare tutto dalla parte del bambino e nel mescolare sapientemente realtà e fantasie (molto malsane e pericolose), paure e fobie (tante, su tutte quella dell'acqua) con piaceri (pochi); il tutto in un lago di innocenza che fa da contrasto sia all'efferatezza delle azioni congegnate dal piccolo, sia alla secca logica con cui il pensiero di Alessandro fluisce implacabile a spiegare o commentare o giustificare ogni genere di sua azione. Ma, proprio come ha detto la maestra a proposito del comportamento degli animali, quando si agisce per difesa o per paura o per sopravvivere, non esistono più né bene né male. Tali dimensioni saranno restituite solo dalla perdita e dalla presa di coscienza di essere la causa di quella perdita. Questo intenso, per non dire estremo, cammino iniziatico è il vero tema centrale del film che risulta in tal senso potentissimo e coinvolgente.

Tecnicamente impeccabile, con una fotografia (di Pietro Sciortino) tutta giocata sulle tonalità del verde, del grigio e soprattutto dell'azzurro (a ricordare perennemente i colori dell'acqua), presenta momenti di autentico virtuosismo come nella iniziale scena della corsa in strada del bambino protagonista, o come nel suo trasferimento dal Commissariato in (ri)costruzione all'ospedale dove giacciono la mamma e lo zio (grandiosa prospettiva dall'alto con movimento verticale della macchina da presa... davvero geniale). Le musiche di Franco Piersanti sono perfettamente congeniali al plot e accrescono il coinvolgimento emotivo dello spettatore che non riesce a non identificarsi nel terribile bambino sofferente.

Il film, che ha vissuto vicende produttive e distributive davvero penose prima di entrare nelle sale, sta per ricevere un meritato riscatto: sarà in concorso al Montreal Film Festival e, soprattutto, è stato il film di apertura in Piazza del Popolo al prestigioso Pesaro Film Fest dell'anno scorso. Il successo di quella proiezione ha convinto la Irisfilm a distribuirlo. Passate parola, per favore, prima che sparisca dalle nostre sale!
oh dae-soo  21/01/2011 22:55:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grande commento Luke. Ho appena recuperato il film per la videoteca, cercherò di farlo conoscere il più possibile. Davvero curioso il fatto che nel parlare dell'ottima regia abbiamo citato le stesse 2 scene... Credo che sia un plot che gli Americani pagherebbero oro, poi ci mettono uno Sean Penn, una Julianne Moore e un altro e hanno il filmone.

Ciao!
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  19/02/2011 01:58:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao caro, come stai? Fai bene a promuovere questo gioiellino... hai totalmente ragione: gli americani lo pagherebbero oro!! Ma qua siamo in Italia (in questo caso, ohimé)...
forzalube  17/05/2010 04:39:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il trailer visto all'Italia mi era piaciuto. Spero che arrivi anche a Macerata, ma ormai la vedo dura.