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IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI regia di Juan José Campanella

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oh dae-soo     8½ / 10  21/02/2011 00:23:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE. Il commento potrebbe contenere anticipazioni.

Meraviglioso. Film da vedere e rivedere per capire come si possa raggiungere una perfezione di scrittura molte volte tralasciata in altre pellicole a scapito di altre componenti ben meno importanti. Una struttura solidissima in cui ogni tassello va perfettamente al suo posto, in cui ogni singolo gesto, ogni singola parola, ogni situazione hanno un proprio perchè e si legano perfettamente l'uno all'altro. Non c'è niente di superfluo, tutto alla fine acquisisce una propria importanza.
L'assistente al Pubblico Ministero (ora in pensione) Benjamin vuole scrivere un romanzo che racconta un fatto di sangue accaduto 25 anni prima di cui aveva personalmente condotto delle indagini. Il fatto fu archiviato ma Benjamin vuole in qualche modo riprenderlo in mano.
Prima di analizzare le tematiche, impossibile non citare l'ottima regia di Campanella, sobria quando serve ma anche capace di grandi virtuosisimi come l'incredibile sequenza dello stadio (magnifica la ripresa aerea e il piano sequenza dell'inseguimento) o quella del treno; in stato di grazia la scrittura dei dialoghi, addirittura sul tono della commedia a volte; perfetti tutti, veramente tutti, gli attori: dalla bellissima Soledad Villamil al protagonista Ricardo Darin, da Guillermo Francella capace di dare tragicità e fortissima presenza comica al personaggio forse più riuscito, quello di Sandoval, fino a Javier Godino, il killer della ragazza, straordinario ad esempio nella scena dell'interrogatorio.
Ma, come dicevo all'inizio, quello che sorprende più è l'assoluta compattezza dello script in cui si muovono parallelamente due storie, quella del caso dell'omicidio e quella dell' amore latente tra Benjamin e Irene. Sullo sfondo anche la terribile storia dell'Argentina tra la fine degli anni 70 e l'inizio anni 80 che pur entrando prepotentemente nel plot (specie con il personaggio di Isidoro) è comunque da considerare non più di semplice cornice a mio parere.
Benjamin deve chiudere un cerchio, deve trovare un finale, non può pensare che un giovane follemente innamorato di una ragazza prima stuprata e poi uccisa abbia lasciato perdere l'idea di punire il colpevole. Quello che scoprirà (in una scena terribile, veramente terribile) è solo apparentemente qualcosa che non ha senso, in realtà è perfettamente plausibile e contestualizzata all'interno del film. Ora Benjamin sa, può tornare, per la prima volta dal giorno dell'omicidio, a viver sereno, può finalmente andare a "salutare" l'amico Sandoval morto come un martire per salvarlo; può trovare la forza per un ultimo gesto, un gesto sospeso per 25 anni, non aver più paura dell'amore, trasformare quel "temo" l'amore in un "teAmo" aggiungendo semplicemente quella A, quella A che prima, come nella macchina da scrivere, sembrava non esserci più, imprigionata nell'anima e nel ricordo.

"Smetti di ricordare, altrimenti avrai 1000 passati e nessun futuro" dice Ricardo Morales a Benjamin. Non è vero,lo sa Benjamin, impossibile dimenticare certe cose, impossibile vivere nel nulla, impossibile far finta che un amore così grande (brutalmente interrotto) e il ricordo di esso possano non accompagnarci per sempre.