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GLI SPIETATI regia di Clint Eastwood

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Filman     9 / 10  16/02/2019 17:00:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Essere conservatore in termini artistici, oltre che politici e filosofici, non vuol dire non poter essere moderno in senso stretto. Lo dimostra Clint Eastwood dirigendo UNFORGIVEN con una forza riflessiva che non ha spazio per la nostalgia e con una esaltazione di certi valori che ormai non può più usufruire del linguaggio cinematografico classico. Così questo film non solo regala un'emozionante storia di cowboy ma si cimenta soprattutto in un'esplorazione interna della sua essenza, individuando nel genere western un monumento passato alla storia, invecchiato e custode di vecchi prodigi: un autoanalisi matura e coscienziosa dei suoi miti, su come il tempo possa influire su di essi, consumandoli. Si assiste ad un intero mondo, un immaginario collettivo, evocativo e per sognatori che viene soverchiato dalla legge del più forte, dalla probabilità, dalla fragilità degli uomini, dalla difficoltà reale che avvinghiava un passato povero e senza legge e per il quale l'eroe non solo esisteva ma sopra ogni altra cosa aveva ragione di esistere, seppur tra le pieghe della società. Questo è il primo degli ideali etici dell'autore, derivativo dall'aver toccato con mano e per molto tempo il genere western, con il quale ha imparato il cinema in prima persona dal centro della scena, motivo intrinseco che gli ha portato ad avvicinare la camera da presa ai volti degli attori o ai soggetti in generale, destabilizzando già così l'estetica classica del genere. L'antiperfezione e l'antiepicità, derivanti dalle ottime scelte di sceneggiatura, definiscono il completo distacco dal western noto a tutti, imponendo atmosfere sporche, lente e frustranti. Capolavoro.