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CLICK regia di Sangeeth Sivan

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Ciaby     4 / 10  15/03/2010 19:14:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Remake indiano del capolavoro horror thai "Shutter", e già da qui i più grossi pregiudizi vengono a galla: già rifatto dall'America copiona con l'inguardabile pasticcio "Ombre Dal Passato", "Click" nasce già svantaggiato. Che senso ha, infatti, ripetere continuamente un film che, oltre che essere uno dei più grandi film dell'horror orientale, un film che rivoluzionava i clichè del genere facendone comunque uso e che non può e non deve essere copiato? Qua si tratta tutta di parodia. Ed è quello già successo con il povero Masayuki Ochiai, attratto da dollaroni sventolanti e dal freddo richiamo hollywoodiano dopo aver confezionato quell'indimenticabile follia ospedaliera chiamata "Infection".

E sebbene non si accettino scuse di fronte all'indifendibile "Ombre Dal Passato", ci sono ancora meno scusanti nei confronti di "Click" già dal principio. Ma per giudicare bisogna vedere, o mi sbaglio?
Ebbene. Le locandine parlano chiaro: è un horror confezionato benissimo, ammiccante al pubblico giovane e con l'immancabile spettro capelluto. Tuttavia il povero Sivan cade nel baratro già dalle prime inquadrature: è evidente, infatti, il suo continuo e perpetuo tentativo di piacere a qualsiasi tipo di pubblico, sia quello indiano (balletti bollywoodiani insistiti, gratuiti, eterni), sia quello occidentale (spaventi improvvisi, sterzate di tensione, sangue).

Il regista non punta su alcuna invenzione, non offre alcun cambiamento alla storia (se non minimo: i quattro amici di Tun dello "Shutter" thai si riducono ad un solo amico per questo fotografo hindi decisamente antipatico), la splatterizza solo un po' di più (strano che non sia passato sotto le pesanti forbici della censura Indiana) e accellera sul confine "spavento".
Purtroppo, mentre per coloro che "Shutter" non sanno nemmeno cosa sia potrebbe rivelarsi un filmetto piacevole, per gli altri -amanti o odiatori folli di "Shutter", insomma chiunque abbia visto l'originale- "Click" non è altro che una noia mortale.

Lo spettatore sa già tutto dal principio alla fine e quegli eterni 127 minuti (di cui almeno 30 fatti di balletti e momenti pucci-ucci bollywoodiani- tant'è che il trailer non presenta "Click" come un horror, ma come una "chilling love story") si fanno insostenibili. Cosa resta allora? Qualche sussulto sulla sedia, qualche sterzata splatterosa, qualche momento di alta tensione, ma per il resto "Click" è utile quanto un soprammobile di cattivo gusto.

Anche sul piano tecnico "Click" delude: regia videoclippara ed extralusso, fotografia extrasaturata, canzoni techno-pop inascoltabili, recitazione inesistente, descrizione psicologica dei personaggi irrilevante; deludente è, infatti, l'indagine psicologica del protagonista: se in "Shutter", infatti, Ananda Everingham impersonava Tun con grande profondità, l'attore protagonista della versione Indiana (ma molto probabilmente anche il regista) rende il suo personaggio una figura di plastilina, il solito macho indiano da love story indiana, senza il minimo spessore che riesca a salvarlo dallo stereotipo.

"Click" è brutto, ben fatto ma brutto, realizzato per marketing e per far saltare ad hoc lo spettatore. Inutile, sciatto, noiosissimo.

Peccato. E' una delusione, ma alla fine abbastanza prevedibile.