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LA MORTE E LA FANCIULLA regia di Roman Polanski

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Invia una mail all'autore del commento wega     7½ / 10  01/02/2009 09:34:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Curiosi i molteplici punti di contatto con "Una Pura Formalità" di Tornatore, interessante dal momento in cui entrambi i film siano del 1994 e il regista in questo caso sia proprio Roman Polanski. Atipico film processuale che dimostra ancora una volta come questo autore sia un grande esploratore della psiche e delle più recondite pulsazioni dell' animo umano. Non è stato molto rilevante sapere se tutto ciò che veniva sostenuto durante il film fosse la verità o solo un' allucinata suggestione alimentata da una legittimata sete di vendetta che durava ormai da molti anni, quello che mi ha colpito maggiormente è stato il ribaltamento dei ruoli vittima/carnefice e le sue due distinte caratterizzazioni, ma che portano tuttavia allo stesso trattamento; il potere di sopraffazione sull' altro sesso per quanto riguarda il medico, ed il bisogno di una liberazione interiore, quello di Paulina Escobar, vittima di un' ingiustizia morale. Ecco quindi la funzione processuale del marito avvocato, l' unico altro protagonista della storia. Il filo conduttore di tutto il film è il Quartetto n° 14 di Schubert, che lega tutta la vicenda dal 1977 a 15 anni più tardi, fino al finale, a teatro, destabilizzantemente riconciliatore. In questo film tutto è a posto, dalla regia alla sceneggiatura, all' ottima interpretazione degli attori alla bella fotografia del nostro Tonino Delle Colli.