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TESS regia di Roman Polanski

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amterme63     8 / 10  28/02/2011 22:45:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tutto sommato questo film mi ha lasciato soddisfatto. Le tre ore non sono pesate per niente. La storia di Tess è molto coinvolgente e tocca le corde dell'animo. Tra l'altro viene da sé identificarsi e parteggiare per Tess.
Ma la cosa che colpisce di più del film è la bellissima, magnifica fotografia. Fin dal primo fotogramma si rimane letteralmente affascinati dai paesaggi, dai colori, dalle luci del tramonto, dell'alba, del pieno giorno estivo. Campi, boschi, villaggi, case, tutto il mondo della campagna è tratteggiato in maniera esteticamente positiva, quasi con sguardo nostalgico. La mdp è molto "gentile" anche nei confronti dei personaggi. Sono tutti ripresi in maniera nitida, chiara, pulita. Anche i personaggi più "brutti" o secondari sono resi "belli" da questo tocco artistico che viede dato loro dalla perfetta riproduzione visiva. Non parliamo poi dei protagonisti. La mdp ce li rende radiosi, belli nella loro floridezza e purezza giovanile (Tess e Angel) o con il loro fascino seducente (Alec).
E' tutto esteticamente così bello che finisce per essere TROPPO bello. Lo sfoggio di bravura e l'intento di ingraziarsi le "simpatie" del pubblico finisce per soffocare la storia e tradire lo spirito del libro di Hardy. La storia di Tess è una storia di miseria, sofferenza, dolore, umiliazione (quante volte ripete che non vorrebbe essere mai nata), eppure sia lei che la sua famiglia appaiono fin troppo "puliti" e messi beni. E' una forte denuncia delle sperequazioni sociali e di come l'ambiente "costringa" al vizio e alla depravazione. E' un'accusa verso l'iprocrisia delle classi elevate e della Chiesa. E' anche una difesa della condizione della donna, la figura che ci rimette di più in società (l'uomo sentimentalmente può "sbagliare", la donna nò e paga molto caro gli errori e le debolezze).
Questi temi ci sono, ma vengono messi un po' in secondo piano dall'accentuazione sentimentale della figura di Tess e del suo comportamento. In primo piano c'è quasi solo la sua bellezza esteriore e interiore. A tal proposito Polanski rispolvera tutte le convenzioni del grande cinema classico. Nastassia Kinski viene fatta recitare come la Ingrid Bergman dei tempi d'oro (tra l'altro le assomiglia moltissimo): sempre bella, sempre per bene, sempre dolce, mai segnata profondamente o trasfigurata dai tanti travagli (e ne ha tanti). La Kinski è brava, diamine, ma è stata diretta in maniera un po' "falsata" secondo me. Tra l'altro per non scalfire la statura morale di Tess, i compromessi e le decisioni umilianti sono tutti rappresentati in ellissi. In questa maniera Tess ci appare tutta d'un pezzo.
Che dire, l'avvicinamento al cinema classico intrapreso da Polanski qui trova il suo compimento e coronomento. Non è più il Polanski della visione introspettiva, del coraggio di mostrare l'imperfezione individuale e sociale umana, senza compiacenze estetiche. Ora è un affermato e famoso regista mainstream che a ogni film cerca di mostrare la sua bravura tecnica, cercando di compiacere il più possibile il pubblico.
Anche in questa seconda veste più "integrata", devo dire che se la cava benissimo.