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TESS regia di Roman Polanski

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dobel     9½ / 10  08/04/2010 10:56:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La sorte di chi dovrà sempre perdere è tematica molto cara a parecchi registi. Fra questi dobbiamo tuttavia distinguere almeno due visioni: quella di chi vede nei vinti una certa gloria e una certa dignità e di chi vede nella sconfitta una giusta sorte. Fra i primi includerei sicuramente Peckinpah e Ford, fra i secondi quegli autori manicheisti che dividono il mondo in buoni e cattivi (così tanti che non mi va di citarne). Polanski in quali delle due categorie si inserisce? A dire la verità in nessuna: lui analizza e racconta una storia senza prenderne parte; non vi è pietà e non vi è condanna. La sua partecipazione è volutamente quella dell'assenza. Il campo è aperto ad ogni giudizio morale o storico, ma lo spettatore non viene guidato verso nessuna conclusione preconfezionata. Raramente si è di fronte ad un'opera nella quale l'autore riesce così bene a nascondersi; lo fa con un senso estetico impeccabile, ed un equilibro leggerissimo. Tutto in questo lungo e romantico film è perfetto: la fotografia, la musica, la recitazione, la sceneggiatura e le scenografie. I tempi di produzione della pellicola (nove mesi) hanno permesso al regista di girare in tutte le stagioni così da restituire intatta l'impressione dello scorrere del tempo. Il tempo è infatti un elemento fondamentale in un'opera di questo tipo: siamo di fronte alla trasposizione cinematografica di un grande romanzo dell'ottocento, uno di quei libroni che spesso venivano pubblicati a puntate proprio come le telenovelas. La lettura di questi poderosi tomi accompagnava un anno di vita del lettore che aspettava ansiosamente il nuovo capitolo. Il ritmo lento dell'esistenza lo percepiamo distintamente; lo scorrere di giornate sempre uguali e sempre diverse, nelle quali sono le minime variazioni a tenere desta l'attenzione. E' avvincente sbirciare nella vita delle persone, forse è lo spettacolo più interessante: osservare la quotidianità della gente in modo da poter interpretare la nostra e trovarne talvolta consolazione. Quando lo facciamo non ci annoiamo mai. L'uomo è un animale curioso, e in una certa misura sadico. Così non ci stanchiamo a sbirciare nei segreti di Tess: la vediamo vivere, la vediamo innamorarsi, la vediamo lavorare, la vediamo soffrire, la vediamo preoccupata, orgogliosa, sottomessa, arrabbiata, mortificata, lusingata... Come è interessante la vita nel suo divenire!... L'unica fonte d'ispirazione artistica che in qualche modo susciti la nostra curiosità è la natura; e se la misura dell'arte deve essere la natura, questo film è arte.
Clint Eastwood  08/04/2010 11:04:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quoto in pieno. Con le perfezioni hai subito cominciato dalla fotografia, davvero notevole. Bel commento.
dobel  08/04/2010 14:41:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie mille.