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MACBETH regia di Roman Polanski

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elio91     8 / 10  02/06/2011 16:48:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La fimografia di Roman Polanski dall'esordio negli anni '60 fino a Tess contiene soltanto film di grandissimo valore,mai un passo falso (vabbé,Che non è un gran film però si può salvare); cosa incredibile nella carriera di un regista. Poi ci fu la pausa degli anni '80 ripresa stancamente con Pirati,continuata con l'alternanza di bei progetti a volte sottovalutati e non capiti (La morte e la fanciulla,La Nona porta) ad altri di grandissimo valore da considerarsi tra i suoi migliori (Luna di Fiele,il Pianista,anche l'ultimo sottovalutatissimo Ghostwriter). Ma c'è forse un film all'interno della sua fimografia che ha diviso un pò tutti alla sua uscita e che ancora oggi è difficile inquadrare perfettamente,ed è questo Macbeth.
La più bella trasposizione rimane Il Trono di Sangue dell'imperatore Kurosawa e su questo poco c'è da ridire; Welles ovviamente non si può dimenticare ma in un'ideale classifica inserirei Polanski in mezzo al giapponese e all'americano (di Welles non ho amato l'eccessiva stilizzazione teatrale).

Non è un'opera completamente riuscita questa di Polanski e ciò si nota subito: le parti parlate da teatro in contrasto con la cruda rappresentazione spesso non sortiscono gli effetti sperati ma la trasposizione è rigorosa anche se,caso unico nella produzione del polacco,a tratti piena di alcuni eccessi che poi raramente si vedranno nei successivi lavori. Si parla di eccessi di violenza e crudeltà che lasciano straniti; mi spiego meglio: ovviamente il cinema di Polanski è basato sulle ossessioni,la crudeltà e anche su una violenza psicologica dilaniante ma in un certo modo quasi elegante (e malato) il regista riesce nelle sue altre pellicole a centellinare questo,a volte mostrandolo con crudezza e altre volte solo suggerendolo. Nel suo Macbeth la violenza esplode a volte in una maniera incontrollabile e che non sembra essenziale in virtù di ciò che si racconta,basterebbero le atmosfere cupe e nerissime,le trame fitte di omicidi e di bramosia di potere,anche gli incubi e i mostri generati dalle tre streghe. Invece no,stupri e omicidi ci vengono spiattellati davanti con ostentata crudezza quasi a voler dire "ecco,ora siete contenti?".
Impossibile non ricercare i semi di questa violenza nella tragedia di Sharon Tate e Macbeth è il film successivo alla morte del regista. Lo choc personale si è riversato tutto nella tragedia Shakespiriana,impossibile non notarlo.
Sotto molteplici punti di vista Macbeth è quindi il film più personale ed estremo di Polanski anche perché il meno contenuto nella sua eccessività improvvisa e il più ostentatamente violento.
Spiazzante anche il finale ciclico,ancora una volta di grande crudezza e che ripropone il tema prediletto del polacco: un male destinato a ripetersi e non finire mai. Come nella vita di Polanski,qui più che mai trasportata sul grande schermo attraverso le sue ossessioni senza filtro.