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MACBETH regia di Roman Polanski

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Spotify     7 / 10  31/08/2019 06:09:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
--- PRESENTI SPOILER ---

Roman Polanski ci fornisce la sua versione del Macbeth, celebre opera di Shakespeare. Questo film, come risaputo, è particolare per il regista polacco-francese, per due motivi: il primo perché la pellicola arriva dopo il brutale omicidio della moglie del director, il secondo (che è strettamente collegato al primo) perché il Macbeth di Polanski, è un film violento, crudele, sanguinolento.
Polanski, segnato profondamente da quanto accaduto alla moglie, riversa dunque il suo dolore, la sua collera, il suo disprezzo verso il genere umano in questo film, inspirato da un opera letteraria epica, drammatica e cupa. Polanski riporta fedelmente questi caratteri sullo schermo, accentuandoli ancora di più.
La trama, ambientata nella Scozia medievale, vede protagonista il nobile uomo Macbeth. A capo della Scozia, c'è Re Duncan, il quale vuole bene a Macbeth quasi come se fosse un figlio, arrivando a consegnargli moltissime onorificenze. Macbeth però, è bramoso di potere e, sollecitato anche da una profezia riferitagli da tre streghe, inizia a meditare di uccidere il re, al fine di diventare lui stesso re di Scozia.
Come detto, questa pellicola è cruda, a tratti si può riscontrare perfino qualche venatura horror. Innanzitutto, Polanski fa un ritratto di quello che fu il medioevo, ovvero un'era buia, fredda, brutale, dove gli uomini spesso, si comportavano peggio delle bestie. Un'epoca spietata, dove la morte era all'ordine del giorno e i tradimenti, di ogni natura, si perpetravano a non finire. Polanski sottolinea poi, come a quei tempi, il sovrannaturale fosse temutissimo dalla gente. Ciò, si può evincere dalla presenza delle streghe, le quali hanno un ruolo fondamentale nel film, e dai dialoghi spessoa carattere ultraterreno.
La figura di Macbeth, è caratterizzata benissimo dal regista: attraverso lui, Polanski ritrae la vera natura dell'uomo, ovvero cinico, infame, violento, narcisista. Una raffigurazione davvero pessimistica, ai limiti del nichilismo, senza speranza di redenzione. Secondo Polanski, l'essere umano è una creatura immonda, disposta a tutto per raggiungere i suoi scopi. Il director però ci dice che l'uomo (in questo caso, quello prettamente medievale) è anche un essere stupido, in quanto si lascia abbindolare da promesse fattegli da figure di dubbia natura (come appunto fanno le streghe con Macbeth). Con ciò Polanski, ricollegandosi anche alla figura dell'uomo contemporaneo, ci dice che basta poco all'essere umano per farsi influenzare da chiunque.
Macbeth, è pure un personaggio tormentato, in quanto ha spesso visioni e pensieri terribili che riguardano i crimini da lui commessi. Tutto questo, porta ad un lento decadimento psicologico del protagonista, il quale inizia a diventare sempre più paranoico, sospettoso di chiunque e alla fine anche rassegnato al proprio destino. Polanski raffigura tutto ciò con minuzia, ritraendo il declino mentale del re in maniera metodica, passo passo, una lenta discesa nell'oblio della propria mente.
Anche la moglie di Macbeth, descritta benissimo pure lei, subisce un po' lo stesso procedimento mentale del marito, seppur la donna subisce conseguenze ancora più devastanti. Polanski ci presenta Lady Machbeth coma una donna meschina, subdola, tentatrice, dunque molto simile al consorte. Però lei è al contempo fragile, influenzabile a sua volta e finirà con il non reggere tutta la pressione, i segreti e le bugie raccontate.
A livello d'atmosfera, è stato fatto un grandissimo lavoro: l'ambiente medievale è stato ricreato perfettamente, si respira un'aria freddissima, cupa, complice anche un clima uggioso. Non si percepisce mai un minimo di rilassamento, è tutto decadente.
Fotografia e scenografia contribuiscono alla riuscita di quanto detto: la prima è caratterizzata da toni blu-grigiastri, quasi a sottolineare il pessimismo che permea la pellicola, la seconda è costituita da grandi distese di desolate colline e sporadici castelli, che ben rappresentano un ipotetico immaginario del medioevo.
Scene di violenza ben fatte, molto realistiche. Alcune sono ai limiti dello splatter, tanto da, come detto in precedenza, richiamare il cinema horror (che tra l'altro nei primissimi anni 70 ancora non aveva raggiunto livelli elevati di gore). Su tutte, la sequenza della strage al castello di "Macduff", davvero disturbante, anche per uno spettatore più saldo.
Belli i costumi, i quali fanno la loro parte nella riuscita del clima medievale.
Colonna sonora minimale, non molto presente, ma ben utilizzata nelle dovute situazioni.
Cast eccellente: Jon Finch bravissimo, interpreta Macbeth con classe, carattere e grinta. E l'attore al tempo aveva giusto 30 anni. Impeccabile nel rappresentare il decadimento del re, perseguitato continuamente dai fantasmi di chi è stato ucciso per mano sua. Ad esempio, Finch eccelle nella sequenza del banchetto dove ha la visione del cadavere di "Banquo". Espressioni ottime e brillante la recitazione dei dialoghi.
Stesso discorso per Francesca Annis, il cui personaggio ha una psicologia molto simile a quella di Macbeth. Di lei, colpiscono molto le espressioni, sottolineate dagli occhi costantemente sgranati, quasi da pazza. Davvero una gran prova per l'attrice, giovanissima anche lei.
La sceneggiatura è salda, facendo dei dialoghi il suo punto di forza. Come detto, è salda si, ma anche un po' priva di sussulti significativi. Per larghi tratti, tutta la narrazione rallenta vistosamente, creando anche qualche situazione ripetitiva. Ci sono delle fiammate, ma si alternano troppo con fasi di stallo. Insomma, se non fosse stato per Polanski (che è ha scritto parte dello screenplay), il quale dietro la macchina da presa è fenomenale, il film sarebbe diventato una solfa interminabile.
Poi, è vero che i dialoghi sorreggono gran parte delle sceneggiatura, ma è anche vero che gli stessi a volte si perdono un po' su loro stessi. Il tipo di linguaggio è arcaico, quindi è più forbito, però a tratti pare soltanto un puro esercizio di stile e null'altro.
Poi, un altro elemento che non mi porta a dare un voto più alto, è una cosa personale, ossia i costumi. Malgrado abbia anche elogiato gli abiti di scena, giudicandoli ben realizzati, io non sono mai stato amante dei film in costume, e "Macbeth" di Polanski non ha fatto eccezione. Sarà pure una mia limitazione, però non ci posso far nulla.


Conclusione: un film significativo nella carriera di Polanski, seppur magari non è una delle sue opere più conosciute. Cruento, duro e pessimista, un'opera che rappresenta il lato più buio dell'uomo. Non è un capolavoro, è una pellicola che ha i suoi limiti e non è per tutti, però è un film che ha un certo fascino e una visione la vale.