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PER FAVORE... NON MORDERMI SUL COLLO regia di Roman Polanski

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amterme63     7½ / 10  08/01/2011 20:47:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Divertente parodia di Polanski dei film sui vampiri. L'ironia non mira a mettere in ridicolo il genere in sé ma solo alcuni aspetti dei film tradizionali, divenuti con il tempo degli stereotipi. Fatto sta che la suspence, lo spavento, l'emotività, la sorpresa dei film di paura non vengono rovesciati, annullati ma semplicemente riformulati in maniera diversa, più ironica, più terra-terra. Siamo in piena era "nouvelle vague" e anche questo film segue lo spirito dei vari dissacratori/riformulatori come Godard con il suo fondamentale "A bout de souffle". Lo scopo è lo stesso: togliere tutta quell'aria seriosa, perbenista e polverosa dai film e farne un'espressione sciolta e spontanea della vita normale e quotidiana umana, con le sue banalità, i suoi vizi e il suo andamento non proprio didascalico.
Infatti i due protagonisti sono ritratti come persone imperfette, svampite ma fino ad un certo punto. Non vengono completamente ridicolizzati o resi come pure macchiette, riescono a volte a cavarsela, ogni tanto hanno dei lampi di genio (anche se l'ironia e la sbadataggine umana li rende subito imperfetti). Conservano molta umanità e normalità, il che ce li fa sentire d'istinto molto vicini a noi.
Anche tutto l'ambiente circostante è reso ironico, familiare, terra-terra. Si prendono in giro anche i vampiri (uno è addirittura gay) ma anche qui nonostante la bruttezza e il ridicolo, conservano comunque la loro funzione di provocatori di disagio, paura e terrore.
Insomma tutto il film è un delizioso equilibrio fra ironia, dissacrazione e paura, terrore. Quest'ultimi sentimenti sono provocati dalla cosa che mi è piaciuta di più del film: la colonna sonora. Bisogna dire che Kameda ha qui composto un piccolo capolavoro di inquietudine.
Anche il finale è volutamente negatore e rovesciatore di consuetudini consolidate. Invece dell'happy ending e del "vissero tutti felici e contenti", s'insinua una soluzione negativa e disillusoria. La stessa che verrà ripresa da Herzog nel suo rifacimento di Nosferatu.
Polanski, un po' come Bergman, ha fatto bene ogni tanto a mettere i piedi sulla banale e prosaica terra del puro divertimento. Serve per misurare e inquadrare meglio ciò che è universale. Comunque questo tipo di film sono dei semplici divertissements e tali restano. Non c'è da dar loro troppo importanza. Polanski come Bergman ha dato il meglio di sé nei film "seri".