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IL COLTELLO NELL'ACQUA regia di Roman Polanski

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dobel     7 / 10  24/02/2010 14:07:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I problemi di coppia inutilmente vengono attribuiti a eventuali terzi incomodi. Le relazioni si giocano sempre fra due persone, il terzo elemento al massimo può essere una causa scatenante, niente più. Questo film di esordio di Polanski vuole mettere in rilievo principalmente questo: tant'è vero che il regista, in una successiva intervista, ha lamentato il fatto di non aver avuto abbastanza coraggio per affrontare un film a soli due personaggi. In effetti siamo di fronte ad un'opera raffinata e sicuramente uscita dalla mente di un artista; si sentono in essa le eco del cinema di Bergman, così come si intravedono i riflessi della nouvelle vague francese. Il primo lungometraggio di questo autore controverso annuncia anche il tema del contrasto generazionale tipico del cinema anni '60 e '70. Un buon film, quindi, con buoni interpreti, una regia curata e a tratti virtuosistica. In Polanski, tuttavia, rimane sempre un certo senso di pesantezza, veniamo condotti attraverso sentieri faticosi trattati con un pizzico di verbosità. Non parlo solo di questa prima opera (che merita grande ammirazione essendo appunto la prima di una lunga serie); questa, nascendo oltretutto in una Polonia oscurata dal totalitarismo sovietico, restituisce un'atmosfera opprimente e come congelata nello squallore dei paesaggi e dei personaggi. Ma il successivo cinema di Polanski risente allo stesso modo di lunghezze eccessive (dove per lunghezze intendo dire lungaggini, giacché non è mai il minutaggio che dà l'impressione della lunghezza - un film di mezz'ora può essere interminabile...-); ho quasi l'impressione che il tutto si potesse dire con molte meno parole. Comunque è solo un'impressione, devo cominciare a rivedere film che non vedo da un pezzo...
Comunque sia, si tratta dell'opera di un artista e non di un semplice regista... ma un artista un po' pesante e a tratti pretenzioso.