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LE ONDE DEL DESTINO regia di Lars Von Trier

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JOKER1926     6½ / 10  01/07/2014 16:55:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lars von Trier come regista cade celermente nella nicchia dei maledetti, è uno di quelli che fanno parte di una casta, quelli che attraverso uno stile non di moda finiscono (forse) per farla.

Uno dei film che fece decollare, una volta e per sempre, von Trier fu il prodotto del 1996, parliamo de "Le onde del destino".
La trattazione qui diviene sin da subito intensa e patologica; la trama, in effetti, è abbastanza chiara, si parla di una storia di amore con tutte le sfumature personali di un regista come von Trier. L'amore e il sentimento fanno saltare il banco, non siamo nella storia hollywoodiana ove la tematica si consuma in modo commerciale o falsamente drammatico. Con "Le onde del destino" la corteccia cambia, cambiano i toni e persino la logica.
Insomma siamo dinanzi ad un trasversalismo passionale e penetrante, il mezzo quindi può variare ma non il fine ultimo, quello è universale. Lars von Trier ricorda dunque Jörg Buttgereit, ossia un altro pazzo, un altro trasversale ma sensibile regista, a suo modo sensibile…

Quanto a quello del 1996 resta un film che acquisisce la morfologia di von Trier, la famosa scomposizione a blocchi (o capitoli) del film , struttura che diviene quasi biblica. Ovviamente "Le onde del destino" nonostante la portata tipica e lo stile di questo regista forse nel corso del tempo custodisce gelosamente per se un alone di piccola grande illusione di grandezza; in pratica per chi carpisce di cinema e si spinge nello sperimentalismo, in questo caso più di contenuto che di tecnica, sa che in fin dei conti quella di Trier è una storia forte e agghiacciante ma originale fino ad un certo punto. Anzitutto troppo volutamente dura , fredda e fanatica. Poi il ritmo, l'idea di lentezza è solo un pessimo eufemismo, dilata troppo le cose dando ad esse una sorta di inevitabile ripetitività, quasi compiacente e quindi non per forza dannatamente affascinante.

Storie simili, di patimento e morbosità, sono una piccola prassi d'élite nel mondo cinematografico. La fortuna di tale regia in questo caso è che praticamente von Trier fra i registi commerciali e quello che più lavora d'autore. Cioè attraverso la commerciabilità dei suoi film diventa "contro" e "non per tutti" ma deve tutto al fenomeno di partenza. Punta forte, quasi d'azzardo ma ha un grosso rientro, quindi è un azzardo possibile e simbolico.