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LE ONDE DEL DESTINO regia di Lars Von Trier

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     7 / 10  16/06/2014 17:20:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il livello di dreyerismo il cui suo cinema fa incetta a piene mani qui cresce esponenzialmente, nella prima decade si dimostra già abile a trasmettere quelle atmosfere espressionistiche giocando con i colori del b/n spingendosi alle più vivide sfumature cromatiche e tramite un formalismo ultra ricercato, direi accademico, in questa trilogia raccoglie le celebri tematiche dreyeriane, la singolarità femminile assiomaticamente assorbita alla stregoneria, la convivenza con le regole costituite, l'ambiente ecclesiale, il diritto all'amore (in Geltrud amori effimeri che vale la pena vivere senza alcun rimorso), e poi la resistenza passiva, assemblate secondo un canovaccio precostituito quale è stato 'Dies Irae'.
Personalmente non ho recepito alcuna autentica poetica nella sua regia, quale Dreyer dispensava prodigalmente, in questa trilogia sembra collezionare grandi ossequi e tributi al compatriota iconoclasta, più teatrale la direzione di Dreyer, Lars ha però l'indubbio merito di far recitare quasi in una sorte di trance recitativa la Watson.