caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LE ONDE DEL DESTINO regia di Lars Von Trier

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Marco Iafrate     8 / 10  28/11/2011 18:13:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una storia d'amore non è legata soltanto al sentimento di passione che sboccia tra due persone, correlati ci sono numerosi altri fattori che incidono sostanzialmente alla riuscita di questa nobile unione, si va dalla diversa appartenenza in una comunità, passando per la propria condizione sociale per arrivare alla religiosità a cui si è legati, bisogna tener conto anche di questo quando ci si innamora. Il percorso di vita scelto da Bess e Jan è pesantemente condizionato da quest'ultima, Bess è una donna di fede dall'equilibrio instabile, innamorata follemente di suo marito, uomo non particolarmente incline alla religione ma onesto lavoratore e, almeno inizialmente, di sani principi morali, i due all'atto del matrimonio trovano subito un'intesa sessuale intensa e frenetica, che contrasta fondamentalmente con l'immagine di castità che trasmette Bess fin dall'inizio, la ragazza perde la verginità il giorno del matrimonio in un fugace rapporto in piedi chiusi in bagno, vedrà come è fatto l'uomo nelle sue parti intime soltanto la sera quando Jan si spoglia per andare a letto, questi momenti di quotidiana intimità ci sono offerti nel prologo del film e sono necessari a comprendere i motivi che spingono Bess nei meandri della perdizione nei successivi capitoli.
Più si è deboli più si è portati a pregare, spesso l'uomo si rivolge a D.io nei momenti difficili della vita, oppure lo fa per prevenzione, in questo caso la preghiera ha lo scopo di tenere lontane le disgrazie che incombono sull'esistenza, Bess ha bisogno di D.io ma non le è sufficiente pregare, D.io è materializzato nella sua coscienza che risponde, attraverso la sua voce, con fermezza alle sue suppliche, questi dialoghi, o meglio questi soliloqui, sono di una bellezza struggente, una prova dell'attrice Emily Watson che va al di là di una qualsiasi candidatura per un premio, in quei drammatici primi piani, in quello sdoppiamento, in quel desiderio di espiazione è racchiuso il cinema vero, quello della "Passione di Giovanna D'arco" di Dreyer per intenderci, ad averne di attrici così.
Il destino a cui fa riferimento il titolo è legato particolarmente all'episodio conseguente una delle preghiere che Bess rivolge a D.io e cioè di far tornare Jan al villaggio dalla piattaforma dove lavora, la donna non accetta la condizione di moglie lontana dal marito ed al ritorno di un collega di Jan a causa di una frattura ad un dito le comincia a balenare qualcosa nel cervello: "Fallo tornare a tutti i costi!", "Sei proprio sicura di volere questa cosa qui?", "Sì!". Quest'egoismo ha un prezzo, altissimo, la vita qualcosa dà e qualcosa prende, Jan ha un infortunio sul lavoro e torna tra le braccia della moglie ma completamente paralizzato.
Inizia qui il percorso di redenzione di Bess che cede alle immorali richieste del marito, fare l'amore con altri uomini immaginando di farlo con lui, questo gli darà la forza di vivere, per amore si fa qualsiasi cosa anche la più abietta, Bess diventa una peccatrice.
Non so se qui Von Trier ha calcato un po' troppo la mano, nell'ultimo capitolo "Il sacrificio di Bess" (in totale sono 7 più l'epilogo) si assiste ad un miracolo simile a quello che Gesù fece con Lazzaro, un improvviso quanto inaspettato ribaltamento di condizione che a molti ha fatto storcere il naso, il sacrificio della propria vita per salvare quella di un altro, una forza miracolosa dettata soprattutto dai devastanti sensi di colpa. Bess cerca di dimostrare a tutti la propria bontà ed il suo amore, quell'amore evangelico che lo stesso D.io sembra mettere in dubbio. In fin dei conti quando si affrontano temi così scottanti (e Von Trier di questo è maestro) o si sta da una parte o dall'altra. Se è soggetto a condanna il comportamento degli uomini di fede di quella piccola comunità dominata da un bigotto galvanismo , (il prete che trova Bess a terra svenuta non si china neanche per vedere se è viva o morta) è soggetto a condanna anche il comportamento di Jan nei confronti di Bess, un' abiezione morale giustificata solo in parte dallo spettro della morte, "Quando si sente di essere vicini alla fine si diventa più cattivi", una spirale che porta chi ama di più a soccombere, un martirio che è servito soltanto a consacrare la vittoria di chi ha imposto la propria sopravvivenza quale prova d'amore. Un suono di campane basta a ripagare tanta bontà?.