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LE ONDE DEL DESTINO regia di Lars Von Trier

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amterme63     9 / 10  18/01/2007 22:00:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E’ uno di quei film che lasciano traccia, che non si scordano facilmente. Frullano nella testa per giorni e giorni. Come si fa a dimenticare un personaggio come Bess? Una figura straordinaria, apparentemente debole ma capace di grandi sentimenti, soprattutto di enorme coraggio e forza d’animo. Un personaggio molto umano e allo stesso tempo anche simbolico.
Ciò che la anima è la “fede”, ma una fede tutta personale, un proprio codice morale che la porta ad apparire strana, quasi pazza agli occhi della gente “normale”. Lei stessa ha oggettivato questa sua parte interiore dandogli l’autorità e la voce di “Dio”. E’ il suo modo per farsi coraggio e affrontare le enormi difficoltà imposte dalle sue scelte interiori. Anche se è frenata dai dubbi, dall’influenza del mondo esterno, lei però ci vuole credere ed è pronta a pagare tutte le conseguenze delle sue scelte, fino al sacrificio estremo.
Ciò che la spinge è l’Amore, la dedizione totale. Un amore fatto anche di godimento fisico, di piacere corporeo, necessario quanto l’amore spirituale. Il suo unico errore è quello di avere peccato di egoismo. Ha voluto troppo, tutto per sé. L’unica maniera per riscattare questo errore è quella di dare lo stesso amore anche agli altri. E qui nel film si vuole dimostrare che il mondo non è adatto a questo tipo di amore, non lo capisce, non lo sa ricevere. Eppure per lei è l’unico antidoto alla morte spirituale/fisica. Dare amore, non importa con chi, non importa come. Solo così la vita può continuare. La sua vicenda così alla fine esce dal racconto di qualcosa di specifico per diventare simbolica. E’ questo il senso del “miracoloso” e “soprannaturale” nel film. La rappresentazione che l’amore e la “fede” vincono su tutto.
Nel film ci sono anche altri personaggi notevoli che girano intorno a Bess. Il più importante è Ian, che a me è piaciuto ancora più di Bess. E’ fatto della sua stessa pasta, ma senza essere scisso, senza tante complicazioni. E’ il suo istinto che fa capire a Bess che la vita e l’amore non possono fermarsi. Se lei non lo può fare con lui, lo deve fare con altri. Anche lui è pronto a sacrificarsi per il bene degli altri e pure lui fa il gesto di rinunciare a se stesso per salvare Bess.
La cognata e il dottore rappresentano le persone “razionali”, che agiscono e giudicano limitandosi ai codici abituali e quindi non “credono” o non sono capaci di credere in ciò che le apparenze negano. Subiscono però il fascino di Bess, sono colpiti da questa forza che crede anche nell’impossibile e che può riuscire anche a realizzarlo.
Infine c’è il mondo esterno, le autorità religiose e civili, rappresentate però in maniera troppo chiusa, troppo rigida, quasi cattiva ed è questo l’unico punto debole del film. La tecnica registica privilegia il movimento – la cinepresa non sta mai ferma, le scene si susseguono staccate l’una dall’altra – ma tutto ciò rende il film più realistico. Anche il sentimento e la commozione di certe scene non sono mai esagerati, ma sempre in sintonia con il grande spessore emotivo di questo film.